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Lo scenario mondiale
Nel primo trimestre del 2016 la produzione mondiale di acciaio è stata pari a 385,7 milioni di tonnellate, con un decremento del 3,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il tasso di utilizzo della capacità produttiva globale è così sceso al 67%, confermando il trend decrescente in corso dal 2011. Il primo trimestre di quest’anno è stato caratterizzato ancora dal calo della produzione cinese che, con un output di 192 milioni di tonnellate, è diminuita del 3,2%, corrispondente a 6,4 milioni di tonnellate in meno.

Ciononostante, la Cina da sola continua a produrre il 50% dell’acciaio nel mondo.
A livello continentale, l’Asia mantiene la propria leadership sebbene l’output complessivo si sia ridotto del 3,1%. Tra i grandi produttori asiatici, solo l’India ha aumentato la produzione nel primo trimestre di quest’anno (+1,8%); il Giappone (secondo produttore mondiale) l’ha ridotta del 3,6% e la Corea del Sud del 4,3%: la produzione ha registrato una riduzione più marcata nell’Unione Europea (-7%), più contenuta nella Confederazione di Stati Indipendenti (-0,4%), mentre è tornata a crescere in Turchia (+1,9%).
Nell’Unione Europea, la diminuzione della produzione siderurgica ha interessato in misura diversa i principali paesi produttori: Germania (-2,5%), Italia (-3,1%), Francia (-6,1%), Spagna (-10,8%), Regno Unito (-38,7%).

 

La siderurgia italiana
La produzione italiana si è attestata nei primi tre mesi di quest’anno a 5,8 milioni di tonnellate, con un calo del 3,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La caduta rispetto al picco pre-crisi si attesta a -33,3%. Con riferimento al processo produttivo, nel primo trimestre di quest’anno la diminuzione della prioduzione ha riguardato principalmente il ciclo da forno elettrico (-6,5%), mentre la produzione con altoforno è leggermente aumentata. Il tasso di utilizzo della capacità produttiva complessiva si attesta poco sopra il 50%, 17 punti in meno rispetto a quello mondiale.
La produzione di laminati piani a caldo è stata pari a 2,7 milioni di tonnellate, con un aumento dell’1,2% rispetto al primo trimestre del 2015. La produzione di laminati lunghi si è attestata a 2,8 milioni di tonnellate, con un calo del 6,3%.

 

Le esportazioni
Nei primi due mesi del 2016 (ultimo dato disponibile), le vendite all’estero di prodotti siderurgici sono ammontate a 2,7 milioni di tonnellate, con una contrazione dell’1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le esportazioni nei paesi dell’UE, pari al 68% del totale, sono rimaste sostanzialmente invariate, mentre quelle verso i paesi extra UE sono diminuite del 19%. Le vendite all’estero di laminati piani sono aumentate di circa il 6%, mentre quelle di laminati lunghi sono diminuite del 15%. Le esportazioni di semilavorati (lingotti, billette e bramme) sono cresciute del 5,5%, mentre quelle di tubi hanno registrato un calo del 7%, imputabile ai tubi senza saldatura che hanno risentito della diminuzione degli investimenti nell’Oil & Gas.

 

Le importazioni
Nei primi due mesi del 2016 le importazioni di prodotti siderurgici si sono attestate a 3,5 milioni di tonnellate, con un incremento di circa il 10,5% sullo stesso periodo dell’anno precedente, dovuto soprattutto agli acquisti da paesi terzi, che sono aumentati del 18,2%, contro il 5% di quelli dai paesi comunitari. L’incremento più consistente è stato registrato dai laminati piani (+11,5%), in particolare dai paesi extra UE (+22,3%). Le importazioni di laminati lunghi hanno raggiunto 370 milia tonnellate, con un incremento del 3% rispetto allo stesso periodo del 2015. Le importazioni di tubi sono diminuite dell’8%; il calo è dovuto soprattutto ai tubi senza saldatura. Infine, gli acquisti all’estero di semilavorati hanno raggiunto 560 mila tonnellate, un volume sostanzialmente uguale a quello dello scorso anno.

 

Le previsioni a breve termine
Le previsioni per i prossimi mesi sono poco confortanti: il consumo reale di acciaio nell’UE dovrebbe passare da un tasso di crescita dello 0,5% all’1,5%, ma il consumo apparente continuerà a manifestre segni meno: rispetto  ad una diminuzione dell’1,4% nel primo trimestre si passerà infatti a -0,2%. Ciò sta a significare che ancora per qualche mese la ripresa della domanda reale di acciaio verrà soddisfatta con la diminuzione delle scorte. Per quanto riguarda le esportazioni, il rallentamento della crescita economica nei principali paesi emergenti avrà un effetto depressivo sulla domanda di acciaio mondiale, quindi sulle esportazioni da parte dei paesi sviluppati. Al contrario, l’eccesso di capacità produttiva in alcuni paesi emergenti, soprattutto la Cina, provocherà un aumento delle esportazioni di acciaio verso i paesi sviluppati, con un effetto di compressione sui margini delle imprese siderurgiche di questi paesi.

 

Prezzi: la fiammata di aprile prosegue anche a maggio
Non si ferma la corsa dei prezzi dell’acciaio in Italia. Dopo i primi timidi segnali avvertiti nella seconda metà di febbraio ed il netto incremento di marzo, ad aprile le quotazioni rilevate da Siderweb mostrano un SiderIndex (ovvero l’indice che misura il prezzo medio alla tonnellata dell’acciaio al carbonio sul mercato italiano) in piena crescita. A marzo, infatti, il valore dell’indice è stato pari a 250,36 euro la tonnellata, mentre ad aprile questo livello è salito sino a 279,98 euro la tonnellata, con un incremento di 29,62 euro la tonnellata rispetto al mese precedente. In termini percentuali si segnala un aumento dell’11,8% rispetto al mese precedente ed addirittura del 22,5% rispetto al livello conseguito a gennaio. Per trovare un valore del SiderIndex più alto bisogna tornare ad agosto 2015, quando fu pari a 300,25 euro la tonnellata.
Nei primi giorni di maggio il trend si conferma, con una salita dell’indice sino a quota 336,59 euro la tonnellata.
Entrando nel dettaglio delle varie categorie di prodotti siderurgici rilevati da Siderweb, nel comparto dei piani il mese scorso i coils a caldo sono cresciuti mediamente di 30 euro la tonnellata rispetto a marzo, mentre le lamiere da treno sono balzate di 46 euro la tonnellata rispetto al livello precedente. Nei lunghi, dopo i  contenuti incrementi di marzo, ad aprile la vergella da trafila cresce di oltre 41 euro la tonnellata ed il tondo di oltre 36 euro la tonnellata.
Il rottame prosegue nei rincari: il mese scorso il valore medio registrato per la materia prima delle categorie 01-E3, 33-E40, 50-E8, 41-E5M (le quattro principali qualità di rottame vendute sul mercato nazionale) è stato di 192,5 euro la tonnellata, contro i 167,9 euro la tonnellata di febbraio, per un incremento del 15,4%.

 

 

 

Fonte: siderweb.com

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