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Un 2016 in linea con il 2015. Questo, in sintesi, il messaggio di fondo contenuto nel report annuale diffuso da Eurofer. Un report che affronta ed approfondisce le tre criticità rimarcate dal presidente e direttore dell’associazione europea Geert va Poelvoorde e Axel Eggert e vale a dire dumping, Mes alla Cina e revisione del sistema ETS.

La relazione di Poelvoorde e Eggert

«Le importazioni di tutte le qualità di acciaio, compresi i semilavorati, sono aumentate del 23% nel 2015. – spiegano nella relazione di apertura – In termini di volumi, si sono raggiunti i 32,3 milioni di tonnellate, ben 5,9 milioni di tonnellate in più rispetto al 2014. I finiti hanno registrato un +27%, di cui i piani un +29%. A fronte di un export che è sceso del 9%, fino a 26,4 milioni di tonnellate, trasformando l’Europa in un importatore netto per 4,5 milioni di tonnellate».
Un dato che è di per sè un paradosso se si pensa a quanta capacità produttiva inutilizzata è presente sul territorio del vecchio continente. Un fenomeno che ha avuto un impatto devastante anche sul fronte dell’occupazione: «prima della crisi, gli addetti del comparto acciaio erano 405 mila, nel report dello scorso anno erano scesi a 328 mila, e nella seconda metà del 2015 abbiamo perso altri 7 mila posti».
Sul fronte della possibile concessione del Mes alla Cina, i vertici di Eurofer hanno ribadito una volta di più la propria contrarietà, almeno fino a quando il paese asiatico non risponderà appieno a tutti i criteri necessari per essere definito un’economia di mercato.
Sono stati quantificati in 34 i miliardi di euro che l’industria siderurgica europea dovrebbe investire tra il 2021 e il 2030 per adeguarsi agli standard emissivi che si intendono introdurre nella revisione della normativa ETS. Un impatto devastante suoi conti delle aziende e soprattutto sui prodotti siderurgici europei che dovrebbero scontare un aumento di prezzo rispetto ai competitor tra i 28 ed i 35 euro la tonnellata. Una cifra comunque sufficiente a mandare fuori mercato l’acciaio Ue.

 

Alcuni numeri statistici
Sul fronte statistico, da segnalare invece i dati elaborati dall’associazione europea relativi agli acciai inossidabili e speciali, in altre occasioni difficilmente ottenibili.
Per quanto riguarda l’inox, il primo dato che salta all’occhio è quello relativo al crollo del 13,5% delle importazioni dai paesi terzi dovuto ai provvedimenti antidumping varati dall’Ue a fronte di un incremento nelle consegne dell’1,9%.
Passando agli acciai speciali, il 2015 è definito come un anno a due velocità, con una prima parte contraddistinta dalla buona richiesta se confrontata con l’anno precedente ed una seconda parte in frenata, caratterizzata da un destoccaggio diffuso. Per questi particolari prodotti, nel confronto con il passato, si è assistito ad un sensibile incremento dell’import del 10,2%, con l’export a -1,5% e le forniture a livello complessivo con un -1,1%. Anche nel caso degli acciai per utensili si è assistito ad un fenomeno simile, con l’import in crescita del 9,7%, l’export in calo del 3,3% e le consegne a -0,2%.

 

In allegato il report completo.

Fonte: siderweb.com

201605-AnnualReport.pdf

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