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L’associazione chiede una revisione dei nuovi standard europei, che dovrebbero entrare in vigore a luglio 2025

 

La nuova norma Euro 7 proposta dalla Commissione europea per ridurre le emissioni inquinanti dei veicoli è «inutilmente severa», avrà «un impatto marginale sulle emissioni di NOx (ossidi di azoto, ndr)» e comporterà per i costruttori «un aumento dei costi diretti da 4 a 10 volte superiore rispetto alle stime presentate dalla Commissione».

A dirlo è l’Acea, l’associazione che rappresenta l’industria europea dei costruttori di auto, che ha avviato un’articolata attività di comunicazione e sensibilizzazione sulla proposta europea che dovrebbe entrare in vigore il 1° luglio 2025 per autovetture e furgoni e il 1° luglio 2027 per autocarri e autobus nuovi. Obiettivo è rendere i nuovi standard Euro 7 «più proporzionati ed efficace dal punto di vista dei costi».

«L’Euro 6/VI, insieme all’elettrificazione del parco mezzi – dicono dall’Acea -, può già ridurre le emissioni di NOx di un enorme 80% entro il 2035 rispetto al 2020. Con l’Euro 7 le emissioni di NOx si ridurrebbero solamente di un ulteriore 2-4%, con però un aumento del prezzo di acquisto di un’auto nuova di 2mila euro». Già oggi, peraltro, viene sottolineato, gli standard Euro 6/VI «sono i più completi e severi al mondo in materia di emissioni inquinanti (come NOx e particolato). Le emissioni di gas di scarico sono già a un livello appena misurabile, grazie alla tecnologia dei veicoli all’avanguardia».

L’aumento dei costi diretti di produzione, principalmente per attrezzature e investimenti, di auto, furgoni, camion e autobus infatti, ha stimato uno studio di Frontier Economics commissionato proprio da Acea, sarebbe di molto superiore rispetto a quanto prospettato dalla Commissione. Si va dai «2mila euro circa per quanto riguarda auto e furgoni con motore a combustione interna, a quasi 12mila euro per i camion e gli autobus diesel». Non solo. Si avrebbe anche l’aumento dei costi indiretti per «l’aumento del consumo di combustibile. Nel corso della vita di un veicolo, i costi del carburante potrebbero aumentare del 3,5%, pari a 20mila euro in più per i camion a lungo raggio e a 650 euro in più per le auto e i furgoni».

«L’industria automobilistica europea – ha dichiarato in una nota Sigrid de Vries, direttore generale dell’Acea – è impegnata a ridurre ulteriormente le emissioni dei veicoli. La proposta Euro 7 non è lo strumento giusto per centrare questo obiettivo: avrebbe un impatto ambientale estremamente basso a fronte di un costo estremamente elevato. La transizione verso l’elettrificazione consentirà di ottenere maggiori benefici per l’ambiente e la salute, sostituendo al contempo i veicoli più anziani sulle strade dell’Ue con modelli Euro 6/VI altamente efficienti».

L’Acea rappresenta i 14 principali produttori europei di auto, furgoni, camion e autobus: BMW Group, DAF Trucks, Daimler Truck, Ferrari, Ford of Europe, Honda Motor Europe, Hyundai Motor Europe, Iveco Group, Jaguar Land Rover, Mercedes-Benz, Renault Group, Toyota Motor Europe, Volkswagen Group, and Volvo Group.

 

FONTE: SIDERWEB.COM