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News 2006

Assemblea Federacciai: Pasini confermato presidente

By 3 Luglio 2006No Comments

L’acciaio fa quadrato: innovazione, energia, politiche ambientali e comunitarie sono i perni entro i quali l’acciaio italiano dovrà recuperare competitività. Se ne è parlato oggi a Milano dove Federacciai, nell’assemblea annuale, ha portato i siderurgici del Belpaese. L’associazione, dopo aver ri-eletto a presidente Giuseppe Pasini, al terzo mandato, ha spalancato le porte nella sessione pomeridiana. Al tavolo dei relatori, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, con i neo-ministri Pierluigi Bersani (ministro per lo Sviluppo Economico) ed Emma Bonino (ministro delle Politiche Comunitarie e del Commercio Internazionale). Completavano il “quadro” Pia Elda Locatelli della commissione per l’Industria, la ricerca e l’Energia del Parlamento Europeo, Davide Tabarelli, direttore del RIE (Ricerche Industriali ed Energetiche) ed il presidente di Confindustria, Luca Corsero di Montezemolo. E poi, ancora, un siderurgico “DOC”, il presidente di Eurofer, Philippe Varin.
L’acciaio – è stato detto – ha trovato un nuovo periodo d’oro a partire dal 2004, ma ciò non è bastato. «Oggi più che mai – ha spiegato il presidente, Giuseppe Pasini -, la siderurgia italiana rappresenta un settore strategico e centrale nel sistema economico nazionale». I numeri gli danno ragione: l’acciaio italiano “pesa” per quasi 30 milioni di tonnellate l’anno, soglia che verrà superata quest’anno. E’ un tonnellaggio che vale un fatturato da oltre 35 miliardi di euro per 100mila addetti diretti ed indiretti. Automobile, edilizia, meccanica ed elettrodomestico ne sono le braccia più operative che reggono le sorti dell’economia nazionale.
Eppure, le ombre non mancano. «Abbiamo grandi potenzialità – ha aggiunto Pasini – e nuove prospettive di miglioramento», ma «se il nostro settore ha fatto enormi passi avanti nell’innovazione, deve ancora migliorare sul versante della ricerca, sia applicata sia di base». Tra i campi da sondare ci sono quelli dell’energia e dell’ecosostenibilità per recuperare maggior competitività. Il tutto, puntando anche sulla formazione del personale. «Il capitale umano – gli ha fatto eco Montezemolo – è il vero valore dell’azienda». Un valore da incastonare però in una riscoperta dell’impresa-stabilimento. «Si deve tornare a far perno sull’industria, anche ricorrendo a forti scelte imprenditoriali e politiche».
C’è anche l’impegno politico. «Tornare a credere nell’industria – ha ribadito Bersani – non è scontato, ma è un passo da fare anche col sostegno della politica». Ci sono, però, due spade che pendono sulla siderurgia italiana: il caro-energia e, sul fronte Ue, la possibilità di veder abbassate le misure comunitarie (antidumping) a difesa dell’acciaio Ue dall’aggressione scorretta di alcuni Stati esteri. Incassato il supporto dell’europarlamentare Locatelli, è stata Emma Bonino a tornar sul tema. «L’economia italiana – ha detto – non partirà finché non verrà liberata dai mille vincoli che bloccano la concorrenza e consentono l’accumularsi di rendite pagate dagli outsider».
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