{mosimage} L’acciaio Ue basa i buoni risultati ottenuti su solide fondamenta e si appresta a chiudere un 2006 in positivo. Di questo ne è convinto il presidente di Eurofer, Philippe Varin, secondo cui «ci sono forti segni di recupero». Lo ha reso noto ieri parlando alla platea dell’assemblea annuale di Federacciai.
L’Italia, seconda potenza siderurgica comunitaria alle spalle della Germania, segue lo stesso trend assieme ai “cugini” d’oltralpe. «Il consumo interno di acciaio – ha detto – sta facendo continui passi in avanti e lo sta facendo soprattutto in paesi chiave quali Francia, Germania ed Italia». E’ un trend sostenuto, non a caso, da importazioni di tutto rispetto. Il “cuore” della tenuta del mercato – ha spiegato Varin – sono «i livelli mediamente bassi degli stock», un fattore che spingerà a nuovi acquisiti e, di conseguenza, a prezzi sostenuti. «È necessario – ha esortato il presidente – tenere sempre d’occhio il livello dei magazzini», variabile chiave della strategia siderurgica tramite la quale «si deve sempre essere pronti ad intervenire rapidamente».
Tasto dolente, e l’Italia non solo siderurgica ne sa qualcosa, è quello dell’energia. «L’energia e le politiche energetiche – ha ricordato Varin – sono due elementi discriminanti della competitività». Pesa, quindi, «l’elevata volatilità dei prezzi dell’energia» e «la mancanza della certezza della fornitura».
E’ una ricerca di trasparenza, quella di Eurofer, anche nei confronti delle politiche commerciali comunitarie, misure antidumping in prima battuta. Di fronte al rischio che la Commissione Europea riduca le barriere nei confronti di importazioni di acciaio lesive della corretta concorrenza, Varin ha ribadito la necessità di «regole chiare e trasparenti per bloccare azioni illegali». «L’antidumping – ha ricordato – è oggi necessario per tutelare l’industria europea da comportamenti scorretti, garantendone in tal modo la competitività».
L’Italia, seconda potenza siderurgica comunitaria alle spalle della Germania, segue lo stesso trend assieme ai “cugini” d’oltralpe. «Il consumo interno di acciaio – ha detto – sta facendo continui passi in avanti e lo sta facendo soprattutto in paesi chiave quali Francia, Germania ed Italia». E’ un trend sostenuto, non a caso, da importazioni di tutto rispetto. Il “cuore” della tenuta del mercato – ha spiegato Varin – sono «i livelli mediamente bassi degli stock», un fattore che spingerà a nuovi acquisiti e, di conseguenza, a prezzi sostenuti. «È necessario – ha esortato il presidente – tenere sempre d’occhio il livello dei magazzini», variabile chiave della strategia siderurgica tramite la quale «si deve sempre essere pronti ad intervenire rapidamente».
Tasto dolente, e l’Italia non solo siderurgica ne sa qualcosa, è quello dell’energia. «L’energia e le politiche energetiche – ha ricordato Varin – sono due elementi discriminanti della competitività». Pesa, quindi, «l’elevata volatilità dei prezzi dell’energia» e «la mancanza della certezza della fornitura».
E’ una ricerca di trasparenza, quella di Eurofer, anche nei confronti delle politiche commerciali comunitarie, misure antidumping in prima battuta. Di fronte al rischio che la Commissione Europea riduca le barriere nei confronti di importazioni di acciaio lesive della corretta concorrenza, Varin ha ribadito la necessità di «regole chiare e trasparenti per bloccare azioni illegali». «L’antidumping – ha ricordato – è oggi necessario per tutelare l’industria europea da comportamenti scorretti, garantendone in tal modo la competitività».
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