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«I tassi di utilizzo di alcune imprese siderurgiche della Cina sono aumentati di oltre il 150% nel 2019». Il dato è contenuto in un avviso

nel quale enti governativi cinesi annunciano l’avvio di un’indagine sulla capacità produttiva delle acciaierie.

La comunicazione congiunta della Commissione nazionale per lo sviluppo e le riforme, il ministero dell’Industria e della tecnologia dell’informazione (MIIT) e il National Bureau of Statistics sollecita i governi locali e la Commissione statale per la sorveglianza e l’amministrazione delle attività (SASAC) a verificare: capacità delle imprese siderurgiche, produzione e investimenti in immobilizzazioni.

Negli ultimi tre anni la Cina ha tagliato oltre 150 milioni di tonnellate di capacità siderurgica anche in seguito alle politiche di salvaguardia ambientale, ma la quantità di acciaio sfornata dal primo produttore mondiale di acciaio nei primi dieci mesi del 2019 è cresciuta del 7,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, «nonostante la domanda fiacca a causa di un rallentamento dell’economia e della guerra commerciale con gli Stati Uniti».

Un funzionario del MIIT ha messo in guardia rispetto a quella che viene definita «capacità illegale», compreso un aumento degli scambi, in cui le società spostano gli impianti in altre regioni per ridurre la concentrazione della produzione nelle aree industriali inquinate.

I governi locali, si dice sempre nell’annuncio, «dovrebbero esaminare con attenzione gli stabilimenti che hanno fatto registrare un incremento di capacità superiore al 10% nel periodo gennaio-settembre e un tasso di utilizzo superiore al 100% e presentare i risultati, insieme a SASAC, entro il 29 novembre».

 

fonte: siderweb.com

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