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«Il vaccino anti Covid ed il suo arrivo sul mercato – dice un addetto ai lavori a siderweb – sembra proprio aver avuto in effetto miracoloso: tondo, vergella e billette stanno vivendo un autentico momento d’oro, con i prezzi che stanno lievitando in maniera impressionante».

Il tondo, conferma un altro operatore di settore, «ha sfondato di slancio il tetto dei 200 euro “base” la tonnellata e sta decisamente puntando ai valori massimi degli ultimi anni (il più alto, negli ultimi cinque, è stato di 234 euro a dicembre 2018; ndr) e i movimenti, seppur non imponenti, sono certamente in crescita».

In Italia, poi, spiega un terzo addetto ai lavori, «ci sono produttori che arrivano a chiedere 250/260 euro la tonnellata, con punte di 290/300 euro per il prodotto “da rete”, mentre altri stanno aspettando a “fare il prezzo” in base agli aggiornamenti di quelli relativi al rottame».

E la tendenza, viene spiegato a siderweb, «appare consolidata, tanto che ci si aspetta una prosecuzione quanto meno nei primi mesi del 2021», anche se c’è chi fa notare che «occorre restare prudenti, perché aumenti così importanti e repentini possono essere sempre seguiti da altrettanto rapide discese».

Anche la vergella, peraltro, appare in grande salute: «Registriamo – viene detto a siderweb – quotazioni anche di 570 euro “franco fabbrica” la tonnellata (sarebbe il più alto da cinque anni, visto che supererebbe i 568 euro dell’agosto 2018; ndr) sul mercato internazionale e di 550 euro su quello nazionale».

Il tutto anche a causa «della mancanza di produttori in grado di soddisfare una domanda importante come quella che arriva dal mercato a valle. La situazione – dice un operatore – potrebbe modificarsi con l’arrivo della vergella del nuovo impianto di ABS, ma è presto per capire cosa accadrà».

Infine le billette: «Si tratta del classico “prodotto intermedio” – è la spiegazione raccolta da siderweb – che si avvantaggia delle prestazioni degli altri due, visto che sul mercato internazionale stiamo andando verso i 550 euro “fob” la tonnellata (il massimo storico degli ultimi cinque anni è stato di 546 euro a marzo 2018; ndr) e che i produttori non sembrano intenzionati ad innalzare gli output, facendo ipotizzare ulteriori incrementi futuri».

La sintesi finale, fatta da un addetto ai lavori, è che «il mercato, che è stato sotto pressione per troppo tempo, appare al momento essere sotto una sorta di “effetto molla” che sta facendo schizzare in alto i prezzi con una violenza per certi aspetti inaspettata, ma l’impressione è che non si tratti di un fuoco di paglia».

 

FONTE: SIDEWEB.COM