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I produttori locali preoccupati per una possibile ri-destinazione dell’export asiatico a causa del CBAM Ue

Il consumo di acciaio in Tailandia dovrebbe rimanere piatto nel 2023. Un elemento che preoccupa produttori e commercianti locali per la minaccia di dumping di acciaio a basso costo in arrivo dai Paesi limitrofi.

«La domanda di acciaio in Tailandia dovrebbe attestarsi a 16 milioni di tonnellate, come l’anno scorso, a causa della lenta ripresa dei progetti di sviluppo infrastrutturale del governo, mentre il potere d’acquisto dei consumatori è debole e l’indebitamento delle famiglie è elevato», ha dichiarato Chaichalerm Bunyanuwat, presidente della locale Associazione dei produttori di acciaio EAF Long Product.

Il settore del turismo e l’economia nazionale si stanno gradualmente riprendendo, ma le persone sono più caute nello spendere denaro, ha dichiarato Chaichalerm.

«Non abbiamo ancora visto fattori positivi che aumenteranno il consumo di acciaio quest’anno», ha dichiarato.

Tuttavia, Chaichalerm ha rimarcato che le vendite di acciaio sul mercato interno potrebbero migliorare nell’ultimo trimestre, poiché i consumatori potrebbero iniziare i loro nuovi progetti di costruzione, mentre gli agricoltori tendono ad acquistare materiali in acciaio per le riparazioni delle case o delle fattorie in questo periodo.

L’associazione ritiene che il governo di Srettha Thavisin abbia bisogno di tempo per portare avanti i progetti di sviluppo delle infrastrutture, visto che ha appena iniziato a lavorare.

Chaichalerm ha inoltre invitato il nuovo governo a varare nuove misure per prevenire il dumping delle importazioni di acciaio a basso costo in Thailandia, soprattutto dopo che l’Ue applicherà il Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM) nel periodo di transitorio dal 1° ottobre.

Un nuovo sistema di filtro in entrata dell’import basato sulle emissioni inquinanti in fase di produzione che potrebbe dare origine come nel caso della 232 americana ad un fenomeno di riallocazione dei volumi di importazione bloccati per un determinato mercato.

I produttori locali temono infatti che Cina e Vietnam potrebbero esportare più acciaio verso i Paesi dell’Asean, a seguito del rallentamento del consumo di acciaio nei loro Paesi.

«Temiamo che le importazioni di acciaio a basso costo vengano scaricate sul mercato tailandese e che la loro produzione non sia conforme agli standard globali», ha dichiarato Chaichalerm, aggiungendo che la loro produzione potrebbe emettere elevate quantità di anidride carbonica.

Ciò può influire sulla produzione e sull’esportazione di alcuni prodotti, in particolare automobili, prodotti elettronici ed elettrodomestici, che utilizzano l’acciaio come materia prima.

 

FONTE: SIDERWEB.COM

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