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«La domanda di bramme, sul mercato, resta buona – dice un addetto ai lavori a siderweb – anche se le tensioni al confine tra Russia e Ucraina stanno provocando delle conseguenze non trascurabili, sia sui prezzi, che dopo gli ultimi aumenti, superiori ai 100 euro la tonnellata, non mandano certo segnali di ritracciamento e che è lecito aspettarsi in ulteriore crescita; sia sui tempi di consegna dei materiali, ormai valutabili in almeno tre mesi».

Del resto, conferma un altro operatore di mercato «per approvvigionarsi di bramme è a quell’area che bisogna fare riferimento, visto che in Italia c’è solo Taranto, che anche Germania e Austria non garantiscono certo volumi sufficienti e che dalla Macedonia arriva materiale con caratteristiche non adatte a tutte le lavorazioni».

Una situazione che si riverbera anche sui consumatori “a valle”, visto che, viene spiegato a siderweb, tra aumenti dei prezzi e dei costi di lavorazione, si stanno toccando incrementi di prezzo notevoli, con «addirittura dei raddoppi su determinati prodotti».

Situazione analoga, «anche se con un tono meno problematico – viene detto a siderweb – si registra per le billette, per le quali gli aumenti, che pure ci sono, appaiono meno consistenti anche a causa di una richiesta non particolarmente brillante da parte dei produttori di tondo per cemento armato».

L’auspicio, commenta un altro addetto ai lavori, «è che i “venti di guerra” si plachino in fretta, perché poi il ritorno ad una situazione più tranquilla non sarà immediata, ma ci vorrà del tempo e questo manterrà il mercato sotto pressione ancora per un bel po’».

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