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Cina e USA. Questi i grandi protagonisti del mercato dell’acciaio internazionale durante la pausa natalizia. Secondo le informazioni raccolte da siderweb, infatti, proprio in questi due Paesi si sono verificati i maggiori movimenti delle quotazioni delle materie prime e dei prodotti siderurgici, mentre Europa e Turchia hanno avuto un minor spunto.

Sul versante dei prodotti piani, il minerale ferroso sul mercato cinese ha mostrato oscillazioni tutto sommato limitate. Dopo l’ottovolante che ha contraddistinto il settore nel 2021, con prima il raggiungimento del massimo storico dei prezzi in estate e poi una rapida caduta delle quotazioni con una perdita di più del 50% del valore in poche settimane, durante il periodo che va dal 23 dicembre al 7 gennaio i prezzi si sono consolidati, con un lieve incremento (di poco più di tre dollari la tonnellata) che ha riportato le quotazioni sui livelli di dicembre 2020. Il settore appare al momento relativamente tranquillo e caratterizzato da una domanda contenuta.

Per quanto concerne i coils a caldo, invece, si nota che mentre il mercato dell’Unione europea è stato contraddistinto da un immobilismo delle quotazioni, in Cina si è registrato un calo di circa 20 dollari la tonnellata rispetto all’antivigilia di Natale, mentre in America la contrazione è ancora maggiore. I prezzi dei coils “made in USA”, che rimangono comunque nettamente più elevati rispetto a quelli europei e cinesi, hanno perso circa 80 dollari la tonnellata, sulla scia di una domanda che si sta riducendo.

Per ciò che concerne i lunghi, si nota che la materia prima principalmente impiegata, ovvero il rottame, ha mostrato tre andamenti diversi in Turchia, Cina e USA. Partendo dagli Stati Uniti, il mercato più in difficoltà in questo inizio d’anno, si registra una scarsa domanda da parte delle acciaierie, che ha portato a una decisa correzione dei prezzi del rottame. La riduzione è stata di circa 50 dollari la tonnellata sul mercato interno e di qualche dollaro la tonnellata in più all’export. In Cina si è invece verificato un calo di 10-15 dollari la tonnellata, mentre in Turchia, viceversa, il trend delle quotazioni si è invertito. Dopo le contenute correzioni di fine 2021, nelle ultime due settimane il prezzo ha recuperato una decina di dollari la tonnellata, anche se per il prossimo futuro le notizie provenienti dagli USA (uno dei principali Paesi fornitori delle acciaierie turche) potrebbero influire. Al momento le oscillazioni del rottame stanno influenzando poco l’andamento del tondo: in Europa e USA i prezzi sono rimasti stabili e in Cina si sono registrati movimenti inferiori ai 5 dollari la tonnellata. L’unico Paese che ha seguito in maniera pedissequa il rottame è la Turchia, dove le acciaierie hanno richiesto incrementi di una decina di dollari la tonnellata anche per il tondo, una richiesta che però sta fronteggiando una domanda poco dinamica.

 

FONTE: SIDERWEB.COM