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L’ultimo annuncio in ordine di tempo è arrivato ieri da parte di Acciai Speciali di Terni: 400 dipendenti in cassa integrazione per uno stop fuori programma dei forni legato al caro energia. Il ricorso agli ammortizzatori sociali sta, però, accomunando diverse realtà siderurgiche in questo settembre; e, come confermato a siderweb da alcuni rappresentanti sindacali, altre realtà stanno valutando proprio in questi giorni il da farsi.

Secondo quanto comunicato alle parti sociali, pienamente operative e senza prospettiva di ricorso agli ammortizzatori sociali sarebbero AFV Beltrame, Duferco Travi e Profilati, Tenaris Dalmine e il gruppo Marcegaglia.

In produzione con un percorso di valutazione del ricorso alla cassa integrazione ci sono ORI Martin, Valsider, Trametal, NLMK Verona e Acciaierie Bertoli Safau.

Venendo a chi sta applicando gli ammortizzatori sociali, Acciaierie Venete ha adottato la cassa integrazione per il periodo dal 22 agosto al 12 novembre; la Cig è stata aperta su tutti i siti sia in “riduzione” che “sospensione”, per cui può essere modulata sulla base degli ordini ricevuti/confermati. Al momento l’utilizzo è prevalentemente con la modalità “riduzione” e, mediamente, vale meno del 10% delle ore lavorabili.
Oltre ad Acciai Speciali Terni, menzionata in apertura di articolo, c’è poi il Gruppo Pittini, che ha aperto le procedure di ammortizzatori sociali per tutti gli stabilimenti, quindi per circa 750 addetti. Anche in questo caso l’obiettivo è un ricorso minimo alla Cassa, ma si vuole avere una copertura per i dipendenti in caso di bisogno. Stesso discorso per il Gruppo Feralpi che ha la Cigs aperta fino al 30 novembre. Restando tra i produttori di tondo, Alfa Acciai ha lo stabilimento di Brescia in contratto di solidarietà fino a marzo 2023, mentre a Catania è scattata la cassa dopo lo stop dell’impianto.

Infine, ci sono i due malati cronici, vale a dire Acciaierie d’Italia, in cui la cassa è attiva per 3.000 addetti, anche se le motivazioni non sono legate alla sola crisi energetica. Discorso simile per la JSW Steel di Piombino, dove 1.000 addetti sono in cassa con il treno vergella già fermo e quello rotaie senza produzione da lunedì 19 settembre.

«La situazione generale resta molto liquida» ha dichiarato Gianni Venturi, responsabile nazionale siderurgia Fiom-Cgil. «L’incertezza e la scarsa visibilità delle aziende sui costi di produzione si ripercuotono inevitabilmente anche sui dipendenti, creando inevitabili tensioni. Capiamo che si stia vivendo una situazione emergenziale, bisogna però evitare che questo scenario diventi strutturale». Un dossier bollente in più sul tavolo del prossimo governo.

Qui di seguito pubblichiamo una tabella, aggiornata al 14 settembre, che riassume le fermate e l’attività degli impianti siderurgici europei, e – nel caso di quelli italiani – anche degli ammortizzatori sociali.

Clicca sull’immagine per ingrandirla.

La crisi energetica spinge gli ammortizzatori sociali nella siderurgia

 

FONTE: SIDERWEB.COM

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