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Il mondo aziendale nel corso degli anni si è reso conto di aver sempre più necessità di comunicare all’esterno. Oggi per alcure realtà rientra ormai nella normalità far conoscere le proprie attività, quali: principi etici, economici e di tutela dell’ambiente che guidano le scelte strategiche della società.

Ogni giorno è fondamentale nutrire la capacità di relazionarsi con le comunità territoriali dove si trovano gli stabilimenti e con il mondo degli investitori finanziari. Al di là del bilancio economico finanziario altri strumenti di comunicazione sono diventati indispensabili nel corso dell’ultimo decennio soprattutto se l’azienda ha una posizione sui mercati internazionali in cui i reporting di natura volontaria sono di fatto richiesti e valutati come indispensabili sia nel rapporto B2B che in quello B2C. Parliamo dei Report di Sostenibilità integrata e dei Report di Corporate Social Responsability. In entrambi i tipi di report il mercato considera questi strumenti di comunicazione un segno della trasparenza aziendale, della responsabilità assunta verso il territorio e verso il mercato stesso. In alcuni casi, ad esempio nel settore della filiera dell’automotive, se si hanno report di questo tipo si riceve un punteggio maggiore nel rating di fornitore qualificato.

Un database mondiale
La struttura dei report è simile. Il report si divide in tre sezioni principali nei quali si racconta quali sono le politiche nell’ambito economico sociale e ambientale e si espongono in indicatori di sintesi i dati quantificati e le informazioni concrete raccolte in azienda nel corso di 3 o ancor meglio 5 anni.
Al di là delle parole ciò che conta sono i dati misurati sul campo. È questo l’elemento chiave del report: fornire all’esterno dati misurati, reali, concreti, verificati anche da enti terzi che ne attestano la veridicità e il sistema di calcolo.
Altro elemento fondamentale in questa narrazione è l’utilizzo di protocolli standard di riferimento. La maggior parte delle organizzazioni che elaborano progetti e reporting sulla sostenibilità utilizza le linee guida del Global Reporting Initiative – GRI, che sono diventate dal 1 luglio 2018 un protocollo standard di riferimento. Utilizzando un approccio standard, è possibile confrontare l’andamento e l’approccio alla CSR di aziende dello stesso settore produttivo in diverse parti del mondo. Nel settore della produzione dell’acciaio e del suo utilizzo molte sono le organizzazioni che hanno adottato i principi di redazione dei reporting del GRI e lo utilizzano sui propri canali di comunicazione e come base per incontrare le comunità locali.

Due esempi d’acciaio
ArcelorMittal ha sviluppato una piattaforma dedicata all’argomento in cui si possono trovare informazioni relative ai progetti della multinazionale sia come Corporate sia come sviluppo delle sedi di produzione rispetto al territorio dove è localizzato l’impianto.
Il Gruppo Feralpi ha sviluppato da anni questo sistema di comunicazione attraverso la pubblicazione annuale del report di sostenibilità che di anno in anno si è arricchito dei progetti concreti in tema ambientale e sociale che la Feralpi ha implementato nelle proprie aziende.

57 gli esempi di fliliera con cui confrontarsi
Lo stesso Global Reporting Initiative (GRI) riporta nel proprio database, che raccoglie solo una parte del mondo della reportistica, i report di 57 organizzazioni aziendali della filiera dell’acciaio che hanno pubblicato resoconti sulla sostenibilità tra il 2006 e il 2018 e che li hanno inseriti anche nella piattaforma del GRI per un totale di 237 report pubblicati complessivamente. Sono solo alcuni dei report pubblicati nel settore dell’acciaio. In Asia abbiamo circa 48 organizzazioni che hanno pubblicato report sulla sostenibilità e la Social Corporate Responsability di cui 24 organizzazioni in Cina, 9 a Taiwan, 5 in Giappone, 4 in India e In Europa 5 organizzazioni tra queste la thyssenKrupp in Germania, U.S Steel Kosice in Slovacchia, NLMK (Novolipetsk Steel) e Magnitogorsk Minor & Steel Works nella Federazione Russa. Scorrendo i report si ritrovano molti testi in lingua locale o in lingua inglese, ma quello che balza all’occhio è che questo sistema di reporting è stato adottato da molte delle organizzazioni fin dal 2008. Dieci anni di analisi, misurazioni e narrazioni di grandi aziende del settore dell’acciaio. All’inizio la pubblicazione riguarda reporting semplici redatti con principi e metodi non contenuti nei protocolli internazionali e poi, anno dopo anno, il reporting e il sistema di misurazione dei dati interni si è raffinato adeguandosi al protocollo GRI. La domanda da porsi dunque è non a che cosa serve il rapporto di sostenibilità, ma quando iniziamo a scrivere e comunicare all’esterno le storie delle aziende che producono acciaio raccontando in un unico documento tutti i passi compiuti di riduzione degli impatti, di miglioramento progressivo nell’utilizzo delle risorse naturali e nell’impiego dell’energia, di tutela della salute dei lavoratori?

 

 

Fonte: siderweb.com

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