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Non ha usato mezze misure l’OCSE nell’accendere i riflettori sul problema dell’overcapacity nell’acciaio.
Nel corso dell’«High level symposium» promosso dal governo belga e ospitato a Bruxelles, i rappresentanti della commissione acciaio dell’OECD legato all’OCSE, hanno rimarcato come l’eccesso di capacità produttiva nel settore sia un problema diffuso.

Gli studi presentati (le cui sintesi sono scaricabili dai link sottostanti) mostrano come non vi sia paese esule dal problema, anche se gli effetti sono diversi a livello geografico. Al momento gli effetti sociali più gravi si stanno vedendo in Europa e nell’area NAFTA come dimostrato dal numero delle crisi denunciate (11 in Ue e 16 nel Nafta, su un totale di 39 casi elencati, pari a quasi il 70% del totale).
Secondo l’OCSE il problema principale sono i sussidi pubblici che tengono in vita artificialmente aziende che altrimenti sarebbero destinate ad uscire dal mercato.
L’ultimo tema in discussione è infine quello delle distorsioni commerciali, un tema però su cui l’OCSE non si è scagliata con particolare veemenza, ricordando però che a livello mondiale il 29% dei casi di provvedimenti antidumping hanno riguardato l’acciaio o le sue materie prime, sintomo che vi siano problemi che vanno risolti.
All’incontro hanno partecipato i rappresentanti di governi e imprese di una trentina di paesi tra cui Cina, Giappone, India, Germania, Russia, Usa e i massimi responsabili dell’industria e del commercio della Ue

In allegato le tre sintesi dei documenti presentati.

Fonte: siderweb.com

Background_document_No_1_FINAL_Symposium.pdf
Background_document_No_2_FINAL_Symposium.pdf
Background_document_No_3_FINAL_Symposium.pdf

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