Il 2005 si è chiuso con un incremento della produzione mondiale di acciaio del 7%. Ne ha dato notizia l’IISI. La parte del leone spetta sempre alla Cina (349 milioni di tonnellate, +28%). Frena l’Ue, mentre l’Italia fa registrare un +2,6%. In calo anche Giappone e Stati Uniti, mentre cresce la produzione di India, Corea del Sud, Russia e Turchia.
La Cina, intanto, diviene esportatore netto. Il Paese del Dragone, infatti, lo scorso anno ha venduto all’estero 27,6 milioni di tonnellate di acciaio, contro importazioni per 27,1 milioni di tonnellate.
A livello aziendale, continua la corsa per Dofasco. Dopo il rilancio di ThyssenKrupp, infatti, non si è fatta attendere la risposta di Arcelor, che ha alzato la propria offerta a 71 dollari canadesi per azione (4,7 miliardi di dollari in totale). Si attende ora la mossa del produttore tedesco.
Nel nostro paese, sale la produzione industriale a novembre dello 0,4% tendenziale. Rimane negativo, invece, il confronto con il 2004: -1,8%. Nello stesso mese, si è ampliata la forbice tra i prezzi alla produzione dei metalli e quelli di energia, acqua e gas. I primi, infatti, sono aumentati dello 0,9% negli ultimi 12 mesi, mentre i secondi hanno fatto registrare un +15,9%.
Per quel che riguarda il commercio di prodotti siderurgici con l’estero, nei primi 10 mesi dell’anno calano le importazioni italiane (passando da 15,7 milioni di tonnellate dello stesso periodo del 2004 a 15,3 milioni di tonnellate), mentre cresce l’export (da 10,9 milioni di tonnellate a 11,7).
Sul mercato dei piani, le acciaierie “tengono” sui prezzi. A livello della domanda si nota una certa tensione tra i clienti dei centri di servizio, che stanno spingendo per ottenere sconti. Le previsioni degli intervistati per il prossimo futuro sono tra lo stabile ed il rialzo. Esclusa la possibilità che i prezzi facciano marcia indietro.
Nelle travi, la richiesta di aumenti da parte dei produttori non dovrebbe trovare particolare ostacoli. Frizzante la domanda finale. Permane la differenza di prezzo tra Italia e Europa, dove questo prodotto costa più caro.
Buono anche il “risveglio” dalle vacanza natalizie per i laminati mercantili. Le vendite di gennaio sono positive ed i prezzi, dopo aver ripreso quota rispetto a dicembre, oggi sono nel complesso stabili. Per il prossimo futuro, è probabile che la produzione tenterà di recuperare ulteriore terreno.
Torna ai livelli ordinari la domanda di rottame inox delle acciaierie italiane. Secondo Assofermet la disponibilità di materiale è in linea con la richiesta e quindi la variabile discriminante delle quotazioni sarà rappresentata dall’oscillazione del nickel all’Lme di Londra.
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