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Il “bilancio” di fine anno, per Eurofer, non è certamente positivo, ma è soprattutto l’occasione per annunciare quelli che saranno i punti fermi nell’attività del 2021.

«L’anno 2020 chiaramente non è andato come sperato, essendo stato dominato dalla pandemia e dal suo impatto sulle persone, sulle società e sull’economia globale – scrive infatti il direttore generale di Eurofer, Axel Eggert – e l’economia europea è stata duramente colpita dalla crisi. Le previsioni economiche dell’Ue per l’autunno 2020 stimano che l’economia dell’Unione si sarà contratta del 7,4%. La crescita dovrebbe tornare nel 2021, ma la produzione sia nell’area dell’euro che nell’UE non dovrebbe tornare al livello precedente alla pandemia prima del 2022».

Si stima, prosegue Eggert, «che la produzione nei settori che utilizzano l’acciaio, come l’edilizia, l’ingegneria meccanica e l’automotive, si sia contratta del 5-20% nel corso dell’anno, anche se si prevede che questo rappresenti il ​​punto più basso del ciclo. L’effetto netto per l’industria siderurgica è che il calo totale del consumo apparente nel 2020 sarà un calo di quasi il 15%, a seguito della contrazione del 5% nel 2019».

Questo quadro, secondo il direttore generale di Eurofer, porta a concludere «che è essenziale investire nella costruzione della ripresa: un ritorno alla crescita verde ed equa. Ciò significa definire il quadro per il modo in cui l’industria siderurgica può tornare su una base sicura e come e dove investire nella sua transizione a basse emissioni di carbonio. Questo quadro deve tenere conto delle politiche in materia di clima, energia, ricerca, commercio ed economia circolare. Spingere affinché questo quadro venga realizzato costituirà la base di gran parte del lavoro di Eurofer nel 2021».

 

FONTE: SIDERWEB.COM

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