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Continuano a consumarsi giornate di sofferenza nelle borse europee, alla luce dei timori legati alla Brexit, dopo i sondaggi che confermano il vantaggio dei leave. Un’analisi dei possibili scenari post uscita è stata fatta dal premio Nobel all’economia del 2001, Joseph Stiglitz. In Italia per partecipare alla Iseo Summer School, l’economista statunitense è stato intervistato da Repubblica fornendo un’interessante chiave di lettura.
Alla base delle problematiche che hanno portato al referendum inglese, Stiglitz attribuisce le responsabilità sia alle politiche europee sia alla gestione dell’avvento della moneta unica, che ha portato disuguaglianze tra stato e stato.

A cui si è aggiunta una politica di austerity che ha rallentato l’uscita dalla crisi.
Il punto chiave dell’intervista è pero contenuto nel ragionamento sulle possibili reazioni all’eventuale uscita della Gran Bretagna. «Evitare la vendetta – ha detto l’economista consigliere di Hillary Clinton -. Ci sarà rancore verso gli inglesi se vincono i “leave”, perché avranno distrutto un sogno europeista di sessant’anni. Ma bisogna essere realisti». Per Stiglitz non bisogna dimenticare che la Gran Bretagna resta la porta americana in Europa, e probabilmente lo resterà anche in caso di uscita, che sarà anche per gli inglesi tutt’altro che indolore.
«Uscendo dalla tutela Bce, della quale il Regno Unito fa parte pur fuori dall’euro, sarebbe automatica l’uscita dal sistema di pagamenti Target 2: le banche inglesi avrebbero difficoltà a finanziarsi e i tassi salirebbero a danno dell’economia. La sterlina sarebbe svalutata rischiando lo status di valuta di riserva che condivide con euro, dollaro e yen».
Stiglitz ha ricordato infine che anche l’esito delle elezioni americane di fine anno potrebbe dare altri scossoni all’economia globale.

 

 

Fonte: siderweb.com

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