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Gli annunci relativi ai tagli della capacità produttiva di acciaio in Cina da parte del Governo di Pechino si sono ripetuti nel corso dei mesi, così come i piani annunciati dalle società siderurgiche.

 

Secondo quanto riferito dalla Reuters, Greenpeace ha però fornito dati in controtendenza. L’associazione ambientalista, infatti, sostiene che la capacità produttiva di acciaio in Cina è cresciuta nel corso del 2016, con una quota che Greenpeace ha quantificato in 36,5 milioni di tonnellate.

Inoltre, sui numeri relativi ai tagli di capacità produttiva, per l’associazione, non mancherebbero dati da valutare con più attenzione. A fronte dell’eliminazione dal mercato di 85 milioni di tonnellate annunciate – superando i target prefissati -, infatti, solo 23 milioni di tonnellate del totale erano realmente in funzione.

E ancora, nel corso del 2016, le acciaierie cinesi hanno sfornato 12 milioni di tonnellate di acciaio in più rispetto all’anno precedente. Infine, Greenpeace ha dichiarato che la ripresa dei prezzi avrebbe portato al riavvio lo scorso anno di ulteriori 49 milioni di tonnellate di capacità produttiva.

L’agenzia ha riferito che il ministero dell’Industria cinese non ha risposto immediatamente ad una richiesta di commento. La CISA, al contempo, aveva precedentemente avvertito che la capacità sarebbe cresciuta nel corso del 2016 per la presenza di progetti precedentemente approvati che sarebbero entrati in funzione.

 

 

 

Fonte: siderweb.com

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