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Ci sono anche due nomi d’acciaio nella “lista nera” dei 26 oligarchi vicini a Putin stilata dall’Ue. Lista nera che da ieri ha dato luogo a «misure restrittive relative ad azioni che compromettono o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina», come recita il testo del Regolamento Ue 2022/336 del Consiglio europeo.

I nomi “siderurgici” sono quelli di Alisher Usmanov e Alexey Mordashov. Il primo è descritto come «un oligarca pro-Cremlino che ha legami particolarmente stretti con il presidente russo Vladimir Putin. È stato indicato come uno degli oligarchi favoriti di Vladimir Putin. È considerato uno dei funzionari-uomini d’affari russi che sono stati incaricati di gestire i flussi finanziari, ma la loro posizione dipende dalla volontà del presidente. Usmanov sarebbe stato referente del presidente Putin e avrebbe risolto i suoi problemi d’affari. Secondo i fascicoli FinCEN ha pagato 6 milioni di dollari all’influente consigliere di Vladimir Putin Valentin Yumashev. Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Russia ed ex presidente e primo ministro della Russia, ha beneficiato dell’uso personale delle residenze di lusso controllate da Usmanov. Ha pertanto attivamente sostenuto materialmente o finanziariamente i decisori russi responsabili dell’annessione della Crimea e della destabilizzazione dell’Ucraina. Usmanov ha interessi in società nei settori del minerale di ferro e dell’acciaio, dei media e di internet. La sua principale holding è il gigante dell’acciaio Metalloinvest. Quando Usmanov ha assunto il controllo del quotidiano d’affari Kommersant la libertà della redazione è stata limitata e il giornale ha assunto una posizione manifestamente favorevole al Cremlino. Il giornale Kommersant di proprietà di Usmanov ha pubblicato un articolo propagandistico anti-ucraino di Dmitry Medvedev, in cui l’ex presidente russo sosteneva che era inutile avviare colloqui con le autorità ucraine in carica, che a suo parere erano sotto il controllo diretto dell’estero. Ha pertanto attivamente sostenuto le politiche di destabilizzazione dell’Ucraina del governo russo».

Il secondo nome è quello di Alexey Mordashovex Ceo di Serverstal. Nel documento dell’Ue si riporta che «trae vantaggio dai suoi legami con decisori russi. È presidente della società Severgroup, la quale è azionista della Banca Rossiya, di cui Mordaschov deteneva circa il 5,4 % delle quote nel 2017, considerata la banca personale degli alti funzionari della Federazione russa. Dall’annessione illegale della Crimea, la Banca Rossiya ha aperto filiali in tutta la Crimea e a Sebastopoli, consolidando pertanto la loro integrazione nella Federazione russa. Inoltre, Severgroup detiene importanti quote azionarie nel National MEDIA Group, che a sua volta controlla emittenti televisive che sostengono attivamente le politiche di destabilizzazione dell’Ucraina condotte dal governo russo. Severgroup è anche proprietaria della società JSC Power machines, che è responsabile della vendita di quattro turbine eoliche alla penisola di Crimea occupata. È pertanto responsabile del sostegno ad azioni e politiche che compromettono l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina. È altresì responsabile di fornire sostegno finanziario e materiale ai decisori russi responsabili dell’annessione della Crimea e della destabilizzazione dell’Ucraina e di trarre vantaggio dagli stessi».

 

FONTE: SIDERWEB.COM

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