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Nel primo trimestre del 2021 l’Italia fa registrare un deficit della bilancia siderurgica commerciale pari a 2,170 milioni di tonnellate, confermando il nostro Paese come un importatore netto di acciaio. Il disavanzo in questione è leggermente aumentato rispetto al primo trimestre dello scorso anno, quando era di 2,152 milioni di tonnellate.
Separando i mercati di provenienza e destinazione delle merci fra continentali ed extra-continentali, possiamo affermare che il deficit è generato per l’87,8% dai mercati extra-Ue, i quali l’hanno aumentato di 129.386 tonnellate, mentre nei confronti dell’Unione europea il disavanzo italiano si è ridotto da 374.648 a 263.048 tonnellate.
La modesta differenza tra la bilancia commerciale siderurgica italiana rispetto al 2020 è data da un leggero aumento dei volumi di import. Il tutto nonostante le esportazioni mostrino una crescita percentuale superiore, pari al +2,6% contro l’incremento del 2,0% delle importazioni.

Il Covid-19 amplifica le distanze
L’aumento percentuale sia delle importazioni che delle esportazioni è molto leggero e non sembra aver risentito del blocco degli scambi causato dalla pandemia nel corso del 2020. Durante il primo trimestre dello scorso anno gli effetti delle chiusure nazionali, e di conseguenza quelle ai flussi commerciali tra Paesi, non si erano ancora pienamente manifestati. Nonostante ciò, un assaggio dell’impatto di queste dinamiche lo si intravede nell’andamento dell’export: notiamo infatti una diminuzione del 15,9% delle vendite sui mercati extra-Ue in concomitanza con un aumento del 10,4% delle esportazioni nei mercati comunitari. Uno degli effetti della pandemia è stato proprio quello di favorire il commercio tra Paesi limitrofi e danneggiare quello fra nazioni geograficamente lontane. Se da un lato la quota dell’Unione europea sul totale del nostro import è passata dal 53,01% di marzo 2020 al 55,11% di quest’anno, dall’altro le vendite continentali hanno rafforzato la propria posizione guadagnando quasi 6 punti percentuali e coprendo nel primo trimestre dell’anno più di tre quarti del totale dell’export italiano (75,81%).

Leggero incremento dell’import
Da gennaio a marzo 2021 gli acquisti italiani di prodotti siderurgici sono passati da 6,546 a 6,679 milioni di tonnellate. All’interno delle categorie di prodotti analizzati, ne troviamo tre per le quali sono aumentate le importazioni, mentre due per le quali sono calate. La crescita più sostenuta è stata quella dei tubi (+34,7%), anche se in termini di volumi si sono attestati sul modesto valore di 211.303 tonnellate. Seguono i prodotti lunghi, i cui acquisti sono incrementati del 21,0% raggiungendo le 732.312 tonnellate e le materie prime (+8,5%) con 2,071 milioni di tonnellate in entrata. La categoria dei piani, prodotti in assoluto più importati in Italia con 2,725 milioni di tonnellate, ha perso il 4,2%, mentre gli acquisti di semilavorati, avvenuti nel 2020 per la quasi totalità effettuati sui mercati extra-Ue, sono stati influenzati dalla pandemia perdendo in totale l’8,7%, incrementando però di circa 40mila tonnellate l’import dai Paesi continentali.

Le vendite si spostano in Europa
Sul versante delle vendite registriamo un incremento in volumi nel primo trimestre dell’anno pari a 116mila tonnellate. All’interno delle categorie di prodotti venduti, oltre al notevole aumento del 27,5% delle materie prime a fronte però di volumi modesti (267.296 tonnellate), sono i prodotti lunghi a trascinare le vendite in campo positivo. Le esportazioni di questi ultimi sono infatti salite del 9,9% attestandosi a 1,669 milioni di tonnellate, effettuate per lo più nei mercati europei. Cali di entità lieve per le altre tre categorie analizzate: -6,4% per i tubi (a 812.330 tonnellate), -3,1% per i semilavorati (a 328.016 tonnellate) e -1,8% per i piani, seconda categoria più venduta dopo i lunghi, a 1,432 milioni di tonnellate (di cui 1,171 nell’Ue).
Per quanto riguarda le categorie di acciai, quelli al carbonio risultano essere sia i più importati, sebbene abbiano perso il 5,2% nel primo trimestre, sia i più venduti, con un dato in pareggio rispetto al 2020 grazie alla crescita dell’export comunitario che compensa pienamente il calo avvenuto nei mercati extra-Ue. La categoria degli acciai speciali ha incrementato sia le importazioni (+21,2%) sia le vendite (+15,4%). Infine, gli acquisti esteri di acciai inox sono calati del 4,9% con le vendite che hanno invece fatto registrare un aumento di quasi 15 punti percentuali.

Acciaio, lieve crescita del deficit commerciale nel 2021

FONTE: SIDERWEB.COM

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