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Nel documento “Economic and steel market outlook 2020-2021”, diffuso oggi da Eurofer e che può essere consultato cliccando QUI, sono indicati dati effettivi per il consumo apparente di acciaio in Europa e, spiega l’associazione, «si riferiscono al quarto trimestre e all’intero anno 2019, e quindi non riflettono ancora il drammatico deterioramento delle prospettive economiche e delle prospettive del consumo di acciaio che si è materializzato da marzo 2020».

Perché «l’epidemia di Covid-19 in tutta l’Ue e in tutte le regioni del mondo ha ridotto le previsioni sul consumo di acciaio e le prospettive economiche generali. Le misure di arresto attuate dai governi a partire da marzo 2020 hanno avuto un impatto enorme sull’attività manifatturiera e sui settori industriali che utilizzano acciaio. Ciò ha interessato in particolare il settore automobilistico, ma questo e altri settori hanno già registrato lievi sviluppi nella seconda metà del 2019 a causa della caduta del settore».

Tanto che, dice Eurofer, «le prospettive per quest’anno e per Il 2021 ovviamente particolarmente colpiti dall’interruzione causata dalla pandemia probabilmente saranno riviste in modo significativo nel corso dell’anno, a seconda della lunghezza e dell’entità della crisi. L’incertezza e la volatilità che circondano i possibili sviluppi nei prossimi mesi significano che nessuna previsione potrebbe essere considerata affidabile» e cosi l’associazione preannuncia che non pubblicherà temporaneamente «nel contesto dei rapporti sulle prospettive economiche e di mercato, cifre che quantificano le previsioni per il 2020 e il 2021».

Quello che Eurofer torna ad evidenziare, però, è che «l’evoluzione delle importazioni totali ha continuato a nascondere distorsioni a livello di singolo prodotto. Questi sono essenzialmente causati dalla progettazione dell’attuale meccanismo di salvaguardia» e che si è assistito ad «una corsa per massimizzare le quote trimestrali da parte di alcuni importanti esportatori verso l’Ue come Turchia e Cina. Si prevede che una volta ripristinate le normali condizioni di mercato persisterà la pressione delle importazioni, risultante dal continuo accumulo e dall’espansione della capacità da parte di importanti Paesi esportatori, in sostanza penalizzando i produttori di acciaio dell’Ue».

 

FONTE: SIDERWEB.COM

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