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Un futuro contraddistinto da incertezza e volatilità. Questo è ciò che Baris Bekir Çiftçi (Head, Strategic Initiatives, worldsteel) si aspetta per l’avvenire di rottame, minerale ferroso e carbon coke. Secondo l’analista dell’associazione dei produttori siderurgici globali, infatti, «nonostante la Cina sia tornata alla norma e la situazione stia gradualmente migliorando in Europa – si legge nel documento stilato da Baris Bekir Çiftçi -, notiamo che la ripresa è circondata da considerevoli incertezze e dobbiamo attenderci una forte volatilità nelle materie prime siderurgiche». Inoltre «c’è ancora incertezza sulla durata dell’emergenza. Potenziali differenze nella velocità di recupero in diverse regioni e diversi settori dovrebbero contribuire all’incertezza e alla volatilità sul mercato delle materie prime ancora a lungo».
Entrando nel dettaglio, per quanto concerne l’Australia, leader nella produzione di minerale ferroso e carbone metallurgico, l’esportazione dal porto di Headland, il maggiore nel Paese, ha raggiunto livelli record a marzo. Ciò, unito alle statistiche dei porti di Hay Point e Dalrymple Bay Coal Terminals, dimostra che «la produzione australiana di carbone e le catene logistiche del Paese non sono state intaccate dal virus». Questo fattore è ritenuto di estrema importanza per la siderurgia mondiale dall’autore dell’intervento, in quanto «un’interruzione delle forniture del Paese avrebbe impatti disastrosi sul settore».

Passando all’analisi della situazione brasiliana, anche nello stato sudamericano i principali impianti minerari e la logistica non hanno subito danni significativi al momento. Ciononostante Vale ha avvertito che ci potrebbero essere problematiche legate al personale e non esclude di dover adottare misure di contingentamento se il contagio peggiorasse. Sempre Vale ha sottolineato che ad oggi a causa dell’epidemia si sono verificati rallentamenti nei processi di autorizzazione alla riapertura dei siti che erano stati chiusi a seguito dell’incidente di Brumadinho.

Nel resto del mondo la situazione appare a macchia di leopardo: in USA l’industria mineraria è stata ritenuta essenziale dal governo ed ha potuto continuare a lavorare, mentre in SudafricaIndia ed alcuni stati canadesi il lockdown ha portato a forti tagli produttivi. Al momento le misure restrittive paiono essere allentate in alcuni di questi Paesi (che valgono complessivamente il 10% del commercio internazionale di minerale ferroso) ed i maggiori produttori di minerale sono tornati attivi.

Il rottame, infine, è stato «fortemente colpito» dal covid-19. «La fermata dei settori utilizzatori ha portato ad un forte rallentamento della raccolta – prosegue Baris Bekir Çiftçi -. Anche la raccolta di rottame vecchio è calata decisamente, dato che i consumatori stanno posticipando gli acquisti di elettrodomestici ed automobili, le imprese stanno rimandando gli investimenti e le attività di demolizione sono rallentate». Inoltre, «il lockdown e le misure di distanziamento sociale hanno reso più difficile la raccolta di rottame – conclude Baris Bekir Çiftçi -. Nonostante questo trend sia preoccupante, è atteso un incremento graduale dell’attività mano a mano le restrizioni si allenteranno, in particolare nei Paesi tradizionalmente fornitori di rottame».

 

FONTE: SIDEWEB.COM

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