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Dopo l’annuncio di luglio arriva la proposta ufficiale. Venerdì 11 novembre i ministri del Commercio dell’Unione dovranno votare la proposta di modifica del sistema di difesa commerciale dell’unione. Il testo ed i contenuti della proposta così come quest’estate sono stati presentati in conferenza stampa dal vice presidente della Commissione Ue Jyrki Katainen e dalla commissaria al commercio Cecilia Malmström.

Confermati i capisaldi di luglio
La proposta ricalca quanto già annunciato, vale a dire una revisione che permetta di poter varare provvedimenti di difesa commerciale indipendentemente dal fatto che i paesi oggetto di indagine possano fregiarsi o meno dello status di Economia di Mercato. In particolare è stata posta attenzione al fatto che il nuovo meccanismo consenta di mantenere dei valori di dazi equiparabili a quelli del sistema attuale.
«Il commercio è la migliore leva della crescita in Europa – ha ribadito il vicepresidente Katainen-. Ma il libero commercio deve essere equo e soltanto il commercio equo può essere libero. Oggi presentiamo una proposta per adattare i nostri strumenti di difesa commerciale alla realtà odierna caratterizzata da un eccesso di capacità produttiva e da un quadro giuridico internazionale in evoluzione. Più di 30 milioni di posti di lavoro, di cui 6 milioni nelle PMI, dipendono da un commercio libero ed equo, che resta al centro della strategia dell’UE per la crescita e l’occupazione».
Più tecnico l’intervento del commissario Malmström. «Cosa proponiamo oggi? Proponiamo di modificare il regolamento antidumping ed anti-sussidi, mantenendo un livello di dazi paragonabile a quello odierno, ma introducendo maggiore flessibilità per proteggerci dalle distorsioni presenti sul commercio internazionale. Introduciamo un nuovo modello per calcolare il dumping legato anche all’ingerenza statale. Quando la presenza dello stato è talmente elevata da provocare delle distorsioni di mercato noi potremo intervenire. Così facendo i provvedimenti varati dalla Commissione potranno incidere sui casi di dumping nel rispetto delle regole internazionali, ed indipendentemente dallo status WTO che ricopre. Il sistema possiamo definirlo neutro e pertanto equo. La proposta che presentiamo avvicina l’Europa a sistemi di difesa commerciale come ad esempio quelli degli Stati Uniti. In questo modo però rispetteremo i nostri obblighi con il WTO».

 

Influenza anche sulle indagini non ancora concluse
Secondo quanto reso noto nella nota stampa sul provvedimento il nuovo metodo antidumping si applicherebbe ai procedimenti avviati a decorrere dall’entrata in vigore delle nuove norme. La proposta prevede anche un periodo transitorio durante il quale tutte le misure antidumping attualmente in vigore, come pure le inchieste in corso, resterebbero soggette alla normativa attuale. La Commissione ha inoltre proposto un rafforzamento della normativa anti-sovvenzioni dell’UE affinché in futuro eventuali nuove sovvenzioni emerse nel corso di un’inchiesta possano essere a loro volta oggetto dell’inchiesta e prese in considerazione all’atto dell’istituzione dei dazi definitivi. Spetta adesso al Parlamento europeo e al Consiglio prendere una decisione sulla proposta tramite la procedura legislativa ordinaria.

 

Alcune differenze con i paesi non WTO restano
A livello più tecnico le attuali norme prevedono che in normali condizioni di mercato il dumping sia calcolato confrontando il prezzo all’esportazione verso l’UE di un dato prodotto con i suoi prezzi o costi sul mercato interno del paese esportatore. Questo metodo sarà mantenuto e integrato da uno nuovo che varrà senza distinzioni nei confronti di qualsiasi paese. Si applicherà ugualmente a tutti i membri dell’WTO e terrà conto delle considerevoli distorsioni che si manifestano in determinati paesi e che trovano la loro origine nell’ingerenza dello Stato nell’economia. I membri dell’WTO non faranno più parte di un elenco di paesi sottoposti al cosiddetto metodo del “paese di riferimento”. Quest’ultimo metodo sarà riservato ai paesi che non sono membri dell’WTO e non sono retti da un’economia di mercato. Per determinare i casi di distorsione saranno presi in considerazione diversi criteri tra cui le politiche e l’influenza dello Stato, la presenza diffusa di imprese di proprietà dello Stato, la discriminazione a favore delle imprese nazionali e l’indipendenza del settore finanziario. La Commissione redigerà relazioni specifiche per paese o per settore nelle quali saranno individuate le distorsioni. Come accade già oggi, sarà compito dell’industria dell’UE presentare le denunce, ma essa potrà avvalersi delle relazioni della Commissione a sostegno delle proprie tesi.

 

Ancora valido anche il testo sulla modernizzazione dall’anti-dumpig
Relazioni che come anticipato dal commissario Malmström saranno rese pubbliche al fine di rendere ancor più trasparenti le motivazioni delle varie decisioni. La proposta attuale non sostituisce quella del 2013 relativa alla modernizzazione degli strumenti di difesa commerciale dell’UE. Quest’ultima semplificherebbe le procedure e in determinate circostanze permetterebbe all’UE di imporre dazi più elevati. Il Parlamento europeo ha adottato la sua relazione in prima lettura e la Commissione si aspetta che il Consiglio risolva rapidamente le divergenze che impediscono l’adozione dell’atto. Il come già ricordato i ministri del commercio dei paesi membri in consiglio esamineranno la proposta venerdì 11 novembre.
Al momento non vi sarebbe un’indicazione sulle eventuali tempistiche di approvazione anche se l’auspicio dei due membri della commissione è di una possibile entrata in vigore.
Citato in maniera indiretta salvo due riferimenti specifici in relazione alla Cina il settore siderurgico, che dovrebbe essere il primo a poter verificare sul lato pratico gli eventuali effetti positivi o meno del nuovo sistema.
Alla diretta domanda dei giornalisti infine gli esponenti della Commissione hanno confermato di aver compiuto tutte le opportune verifiche sulla correttezza giuridica del provvedimento in accordo con la legislazione internazionale del commercio.

 

Possibile pausa per i negoziati sul TTIP
Commenti di circostanza nonostante le domande incalzanti sull’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca e sul futuro del TTIP, «Abbiamo sentito tutti le sue affermazioni in campagna elettorale, ovviamente prima di poter riparlare di TTIP dovremo aspettare l’insediamento della nuova amministrazione.

 

In allegato  il testo integrale della proposta in discussione in lingua inglese.

 

 

Fonte: siderweb.com

tradoc_155079.pdf