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Un nuovo approccio per provare a bypassare l’impasse della concessione di un possibile status di economia di mercato alla Cina. Un nuovo approccio frutto anche del vertice Cina-Ue della scorsa settimane, che fonda la propria strategia su tre assi fondamentali: il rispetto da parte dell’Ue degli impegni WTO, la separazione della questione della concessione dell’economia di mercato alla Cina dalle pratiche antidumping e una profonda riforma del sistema di protezione commerciale dell’Ue che non prenda più in considerazione lo status di economia di mercato o meno di un paese, ma il fatto che vi sia la presenza o meno di pratiche di dumping statale nella sua economia.

Dimenticare il vecchio approccio al Mes
Questo è il progetto che il vicepresidente della Commissione Ue

Jyrki Katainen e la commissaria al commercio Cecilia Malmström hanno presentato in una conferenza stampa questa mattina al temine del dibattito sulle indagini antidumping che coinvolgono la Cina.
L’impressione è quella più o meno emersa la scorsa settimana, vale a dire il tentativo di evitare una guerra commerciale con la Cina in caso di mancato riconoscimento del Mes.
Un approccio, però, che al momento sembra forse ancora un po’ fumoso, ma che, a detta dei due membri della commissione, dovrebbe tradursi entro l’anno in una proposta di legge da far approvare al parlamento. Evasive le risposte anche alle perplessità sollevate dai giornalisti, con il vicepresidente Katainen che ha detto «dimenticate il vecchio approccio legato al concetto di Mes, siamo di fronte ad un nuovo approccio».
«Abbiamo verificato le effettive problematiche legate alle pratiche scorrette ed all’impatto che la concessione dello status avrebbe sul sistema attuale – ha spiegato Katainen – anche la Cina ha riconosciuto che vi sono delle problematiche, ma stiamo lavorando per trovare la soluzione ottimale con un approccio nuovo. Un approccio che porti ad una soluzione sicuramente migliore rispetto allo status quo attuale».

 

Anticipate alcune modifiche
Nel dettaglio in alcune delle proposte di modifica attuali presentate dai commissari vi sarebbe la riduzione della durata dei tempi di indagine e l’abolizione dei dazi minimi preliminari. La novità più grande, come già ricordato, dovrebbe essere quella legata alla scomparsa di un trattamento diverso in ambito antidumping tra i paesi Mes e non, un’obiezione che tra l’altro sarebbe stata sollevata dalle stesse autorità cinesi, che lo avrebbero definito discriminatorio.
«Il nuovo sistema si concentrerà sulla presenza o meno di aiuti di stato nel settore economico di quel determinato paese, che sia economia di mercato o meno – ha ribadito la commissaria Malmström –. Così facendo potremo sanzionare alla stessa maniera le pratiche scorrette di ogni paese senza più differenze».

 

Proposta di legge entro l’anno
I commissari hanno citato più volte che per ogni miliardo di nuovi scambi commerciali si vengono a creare migliaia se non milioni di nuovi posti di lavoro. Più volte è stato richiamato il rispetto degli impegni presi con il WTO, ma allo stesso tempo sia le 5 mila risposte alla consultazione pubblica che la risoluzione varata dal parlamento europeo non possono lasciare indifferenti i membri della Commissione, che ora cercano di far convivere queste due esigenze diverse.

I due commissari non hanno però al momento dato un’indicazione temporale su quando la proposta di legge potrebbe essere pronta. Quel che è certo è che il mese di dicembre si avvicina e che non è chiaro se effettivamente il nuovo approccio annunciato e le «promesse» fatte dalla Cina al presidente Juncker potranno convincere sulla bontà della nuova proposta l’ondata di contrari al Mes tra imprese, lavoratori e parlamentari.

 

 

Fonte: siderweb.com