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La Turchia vara nuove norme di salvaguardia sull’acciaio. Ankara ha infatti annunciato che entrerà in vigore dal 17 ottobre un nuovo sistema di quote sull’import di prodotti siderurgici, superate le quali scatterà un dazio del 25% sul materiale in entrata.

 

Il provvedimento fa seguito all’indagine avviata in aprile, all’indomani dall’entrata in vigore della Section 232 americana, sulla base della quale il presidente americano Donald Trump ha imposto dazi del 25% sull’acciaio importato negli Stati Uniti. Successivamente, ad agosto, per la sola Turchia è stata raddoppiata l’aliquota, portandola al 50%.

Oltre alla misura di salvaguardia, il governo turco ha anche presentato un esposto formale al WTO. Ora i due paesi hanno 60 giorni di tempo per trovare una soluzione bonaria alla disputa, altrimenti sarà la stessa organizzazione mondiale del commercio ad esprimere un giudizio.

Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters sulla base della documentazione consegnata al WTO, la quota per i prodotti piani è stata fissata a 3,1 milioni di tonnellate, meno della metà degli 8,4 milioni di tonnellate che la Turchia ha importato nel 2017. Per i prodotti lunghi, il contingente è di 558.534 tonnellate, rispetto a importazioni che nel 2017 sono state pari a 1,3 milioni di tonnellate.

Le quote per i tubi sono state fissate a 273.901 tonnellate, per l’acciaio inossidabile a 139.934 tonnellate e per il materiale ferroviario a 27.044 tonnellate, meno della metà del volume delle importazioni del 2017.

Nessuna quota invece per l’acciaio inossidabile laminato a caldo, che non viene prodotto in Turchia.

 

 

Fonte: siderweb.com

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