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Il rischio tangibile è di dover interrompere la propria produzione di autoveicoli degli stabilimenti in Giappone. Lo ha affermato il colosso Toyota Motor che ha comunicato lo scorso sabato: «Al momento abbiamo scorte sufficienti per mantenere i nostri impianti domestici in attività fino al 6 febbraio».

Una condizione che si è venuta a creare dopo l’esplosione dell’impianto siderurgico della controllata Aichi Steel di Chita, città del Giappone sud-orientale. Un portavoce di Toyota ha inoltre spiegato che straordinari e turni del weekend sono stati bloccati e che «monitoreremo la situazione e decideremo giorno per giorno». Toyota produce circa il 40% delle sue vetture in patria (nel 2015, il 46% di tale output è setato esportato).

 

 

Fonte: siderweb.com

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