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Nonostante i continui annunci di tagli ed una domanda globale in leggera flessione, la produzione mondiale di acciaio mantiene il piede fisso sull’acceleratore.

 

Il report mensile della World Steel Association , la crescita non frena, aggiornato al mese di giugno regista infatti che le acciaierie mondiali hanno sfornato complessivamente 141,046 milioni di tonnellate di acciaio grezzo nell’ultimo mese e 836,026 milioni di tonnellate a livello semestrale. Dati che equivalgono ad un incremento mensile sul 2016 del 3,2%, mentre a livello annuale la crescita si assesta al 4,5%.

A livello di macro aree, in accordo con i dati semestrali, la maggior crescita percentuale spetta all’Africa con un +11%, seguita dal Medio Oriente (+9,4%), l’Asia (+4,8%) e l’Europa (+4,1%).

Se invece si considerano i singoli Paesi tra quelli che hanno una produzione mensile superiore al milione di tonnellate, si può notare come la maggior crescita semestrale spetti all’Iran con un +13,7% sul 2016 e 9,94 milioni di tonnellate. Medaglia d’argento per il Brasile a +12,4% e 16,7 milioni di tonnellate di output, mentre al terzo posto con un +11,4% si piazza la Turchia (18,2 milioni di tonnellate) che precede di poco il Messico (+11,2%) e 10 milioni di tonnellate realizzate in sei mesi.

Il primo Paese europeo in classifica è la Francia, quinta, con +9,6% e 7,9 milioni di tonnellate di produzione. Taiwan segue con +7,7% e 11,6 milioni di tonnellate, mentre l’India è «solo» sesta con un +5,3% e 49,4 milioni di tonnellate di produzione.

Il colosso mondiale Cina deve accontentarsi dell’ottavo posto in virtù di un +4,6% annuale a fronte però di 419,7 milioni di tonnellate prodotte in sei mesi.

Asiatica anche la nona piazza con la Corea del Sud che non riesce a crescere oltre il 3,7% con 34,7 milioni di tonnellate.

Al decimo posto a pari merito Italia e Germania (+1,7%) rispettivamente con 22,2 e 12,3 milioni di tonnellate.

Gli Stati Uniti della svolta protezionistica voluta da Trump recuperano solo un 1,3% con 40,6 milioni di tonnellate e si piazzano undicesimi.

Le altre posizioni della top 15 vedono infine la Russia (+0,8%), la Spagna (+0,6%), il Giappone (+0,5%) e l’Ucraina che, segnata dai conflitti interni ancora in corso, perde un 15,4% di produzione.

 

 

 

 

Fonte: siderweb.com

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