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News 2007

Nasce il “Centro Distribuzione Acciaio”

By 18 Gennaio 2007No Comments

Quattro “tondinari” per un solo progetto: mettere piede nel mercato delle travi. Un “balzo”, questo  di primo acchito, che sottende tuttavia un piano di espansione fondato sulla complementarità. Nasce così CdA, acronimo di Centro distribuzione Acciaio, la newco fondata da Alfa Acciai, Feralpi, Pittini e Ferriera Valsabbia.

La società, egualmente partecipata dai soci, è nata con un intento ben preciso, quello di fornire ai propri clienti una gamma di prodotti più ampia. È Amato Stabiumi, a.d. di Alfa Acciai, a presentare il progetto a Siderweb. «CdA è sorta come sinergia tra gli acciai da costruzione, tondo per cemento armato e travi» ha spiegato il siderurgico. «In Italia dovremmo assistere ad una crescita nel consumo di travi grazie allo sviluppo dell’edilizia strutturale sulla scia di ciò che è accaduto nel resto d’Europa». Ovviamente, il tondo resta il pilastro delle costruzioni italiane, ma l’opportunità di intercettare i consumi di travi è di quelle da non perdere.

CdA rappresenta un punto d’incontro storico tra quattro aziende da sempre concorrenti. Eppure, un progetto comune già era stato attuato e – guarda caso – proprio nel campo d’azione delle travi con il panel nato mesi fa per rilevare le tre società vendute da Arcelor Mittal. «Con CdA – ha detto l’a.d. – confermiamo il nostro interesse ad operare in questo campo». A ben guardare, è un’iniziativa speculare a quella di Stefana che, con il nuovo laminatoio ad Ospitaletto, inizierà a produrre tondo c.a. da affiancare alla tradizionale produzione di travi e profili.

Sui tempi di messa in moto della struttura c’è ancora incertezza: «CdA entrerà in funzione non appena il mercato presenterà delle opportunità. Ad oggi – ha precisato Stabiumi – il prezzo d’acquisto non è affatto conveniente». Il boom dei prezzi segnato dalle travi non rende certo agevole (neppure per i tempi di consegna, ndr.) un’attività come quella di CdA che, negli intenti, si prefigge di basare la politica degli approvvigionamenti su scala mondiale. «Gli acquisti saranno di matrice internazionale, mentre le vendite saranno dirette al mercato italiano» ha precisato aggiungendo che «i magazzini, prevalentemente nei porti, saranno distribuiti lungo tutta la penisola».

A quanto ammonterà il “tonnellaggio”? «Difficile dirlo – ha detto Stabiumi – anche se potremmo puntare alle 200 mila tonnellate l’anno».

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