«Il mese di gennaio è stato caratterizzato da una raccolta di rottame relativamente tranquilla che, fortunatamente, ha bilanciato le diffuse riduzioni applicate sui prezzi da parte delle acciaierie nella prima metà del mese», ha evidenziato Assofermet Rottami nella propria nota periodica relativa al primo mese del 2022.
«Se la raccolta del rottame fosse stata sostenuta, come nei mesi precedenti, i prezzi avrebbero subito riduzioni ancora maggiori. Il mese è stato, altresì, influenzato dalla situazione pandemica che in molte realtà industriali ha ridotto gli organici e di conseguenza le produzioni. Anche in gennaio il “caro energia” è risultato essere un fattore determinante nelle dinamiche aziendali ed ha portato in parecchi casi a fermi di produzione o allo spostamento dei turni lavorativi. Sono comunque rimaste grandi differenze di prezzo tra le “alte” e le “basse” categorie di rottame. Il mese di febbraio sta iniziando con grandi aspettative da parte del commercio, aspettative che per il momento si scontrano, tuttavia, con la realtà delle acciaierie che sembrano voler tenere il punto e non concedere aumenti, se non molto limitati. Anche per febbraio il caro energia, le difficoltà sulla logistica e la situazione pandemica aleggiano ai bordi delle contrattazioni sul rottame e possono spostare in qualsiasi momento gli attuali equilibri. Unanime è comunque la difficoltà/scarsità nella raccolta di rottame, che nel lungo periodo potrebbe far sbilanciare gli equilibri in essere verso possibili aumenti».
Rottame ferroso internazionale
«Il mercato internazionale del rottame nel mese di gennaio si è dimostrato più “dinamico” del mercato italiano dal punto di vista dei prezzi considerata altresì la carenza di materiale di qualità nel nord-Europa. Anche a livello internazionale la richiesta del commercio non ha coinciso con la volontà di spesa da parte delle acciaierie. Questa difformità di posizione ha portato alcuni grandi player a fermare le vendite provocando ulteriori aumenti nel corso del mese. Altro fattore che ha contraddistinto gennaio in maniera importante, come da ormai alcuni mesi, è stato il costo dei noli che, seppur in lieve calo, risulta sempre discriminante sul prezzo finito del prodotto trasportato. Le aspettative di aumenti su febbraio sono molte e potrebbero concretizzarsi a partire da metà mese. La fluttuazione Euro/Dollaro ha riservato momenti di preoccupazione, così come di opportunità per compratori e venditori».
Focus particolare su Turchia ed Europa, co il primo mercato che vede il mese appena trascorso essere contrassegnato da stabilità con poche oscillazioni sui prezzi e con scambi in linea con il periodo. Viste le prospettive di aumento dei prodotti finiti, anche in questo caso ci potrebbero essere aumenti. Il mercato continentale vede in Belgio, Francia e Germania è proseguire la scarsità di offerta di materiale di qualità, con un delta prezzo fra “alte” e “basse” che rimane significativo.
«Fattori quali il caro energia, l’aumento dei costi di trasporto ed una situazione pandemica ancora non del tutto sotto controllo, hanno influenzato la politica d’acquisto da parte delle acciaierie con una conseguente riduzione di produzione. L’ultima parte del mese e inizio di febbraio, hanno registrato una ripresa della domanda e un rialzo dei prezzi che sicuramente rafforzeranno la tenuta e la risalita delle quotazioni dei prodotti finiti».
Rottame inox
«La richiesta permane buona da parte delle acciaierie nazionali con prezzi legati alla quotazione del Nichel che in questi giorni subisce grandi oscillazioni. La ricerca di rottame ha portato ad aumenti anche nel momento in cui il Nichel, in Borsa, ha subito ribassi. Il trend del prezzo è stato registrato in aumento seguendo l’andamento delle quotazioni LME del Nichel, nonostante il verificarsi di flessioni sulla Borsa. La situazione in Europa così come al di fuori appare ancora rallentata e non così dinamica come in Italia. Le richieste provenienti dall’extra Europa non hanno portato alla concretizzazione di contratti a causa del disallineamento delle quotazioni che nei predetti mercati non hanno seguito l’aumento a livello europeo. La disponibilità dal commercio è discreta, anche se le scorte sono in via di lento esaurimento, mentre le problematiche pandemiche e le riduzioni in alcuni settori specifici hanno condizionato il mese di gennaio».
Ghisa
Per quanto riguarda i prodotti da affinazione, il mese di gennaio ha registrato inizialmente una discesa dei prezzi ed una ripresa nella seconda metà del mese, sino ad oggi. I principali produttori stanno temporeggiando a fronte delle nuove richieste di prezzo, facendo presagire aumenti importanti e consegne lunghe (aprile), confermando la scarsità di materiale. Si registra una discesa dei noli anche se, per le navi da 10.000 t. dal Mar Nero su Marghera, il livello di prezzo continua ad avere un impatto importante sul prezzo CIF. La richiesta delle acciaierie è stata buona e in aumento nei primi giorni di febbraio grazie ad una sostenuta domanda di prodotto finito.
«Passando all’ematite l mese di gennaio ha visto un rallentamento e una rivisitazione delle produzioni principalmente per le seguenti ragioni: assenza di personale interno alle aziende, causa Covid 19; caro energia, che è attualmente una delle maggiori difficoltà, che spinge talvolta a modificare i turni di lavoro, spostando le produzioni nel fine settimana; permangono i problemi logistici che complicano gli approvvigionamenti con allungamenti dei tempi di consegna che indeboliscono prevalentemente le aziende con una gestione del magazzino ‘’just in time’’. Le fonti di approvvigionamento di questa tipologia di ghisa rimangono unicamente europee. Brasile e Russia continuano a essere latitanti. Infine, per la ghisa sferoidale portafoglio ordini e aspettative di ordinativi rimangono buoni anche se permangono le difficoltà che caratterizzano il settore siderurgico. In particolare, carenza di materiali per la produzione (le fonti di approvvigionamento si sono ri-dotte ulteriormente, visto il prolungamento dell’assenza del Brasile e le riduzioni di produzione di questa qualità in ambito CIS); costi energetici eccessivi; carenza di personale per malattia e quarantene e problemi logistici (aumenti dei costi di trasporto e reperibilità mezzi insufficiente)».
Assofermet evidenzia come persista la scarsa disponibilità delle fonti di approvvigionamento per l’HBI che fa allungare i tempi di consegna. I noli permangono alti per navi da 10/12000 t. mantenendo di conseguenza elevato il prezzo dell’HBI, mentre la scarsità di rottami di qualità potrebbero portare ad un ulteriore aumento delle quotazioni nelle prossime settimane.
Ferroleghe
Chiudendo sulle ferroleghe, per le qualità di massa «la situazione in Italia è generalmente stabile grazie agli acquisti importanti effettuati nel mese di dicembre. Il rallentamento delle produzioni, causa costi energetici, ha prolungato la giacenza di materie prime precedentemente acquistate. Situazione più dinamica in Europa, dove la richiesta è buona, seppur a prezzi leggermente più bassi del CRU (indice dei prezzi delle materie prime). La ferrolega che ha registrato maggiori oscillazioni è il Fe-Si che ha avuto un picco a cavallo di fine anno e una successiva riduzione nel mese di gennaio ma, negli ultimi giorni, ha ripreso a salire in quanto è una produzione energivora. Il ferro-manganese, dopo un mese di gennaio abbastanza stabile, negli ultimi giorni sembra dare qualche segnale di risalita. Lo scenario sarà sicuramente più chiaro dopo la fine dei giochi olimpici con il ritorno sul mercato della Cina. Anche per le nobili la situazione è sostanzialmente stabile. Tuttavia, le difficoltà nel reperire mezzi di trasporto, così come il ritardo nelle consegne via mare, provocano un’oscillazione dei prezzi».
FONTE: SIDERWEB.COM