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Si conserva un alone di mistero su alcuni dei possibili acquirenti, tuttavia oggi al ministero il commissario straordinario per la Lucchini Piero Nardi ha presentato sia quanto fatto in questi mesi di amministrazione straordinaria, sia la cessione come scelta privilegiata per l’uscita dalla crisi, che potrebbe essere completata in un periodo compreso tra i tre e i sei mesi. Più rapida appare invece la questione Trieste, con il forte e unico interesse del gruppo Arvedi per dapprima l’affitto e poi la possibile acquisizione del sito in virtù anche della sua strategicità logistica.

«Nel corso del Tavolo Lucchini che si era tenuto il 22.1.13 – spiega l’azienda nella nota – il Commissario Piero Nardi aveva assunto gli impegni di: riavviare le produzioni (Piombino, Lecco, Condove), mantenere l’attività fino alla presentazione del Programma (prevista allora a fine giugno), rinnovare contratti in scadenza, supportare i fornitori/creditori più deboli. Impegni che nel corso dei sei mesi sono stati mantenuti in toto. Il lavoro del Commissario si è incentrato inoltre su: attività di miglioramento gestionale, economico e finanziario, analisi del business e dell’andamento storico, sondaggio del mercato e definizione delle linee del programma».
Analizzando punto per punto le attività svolte, Lucchini evidenzia come sul fronte gestionale i risultati del primo semestre, pur ancora ancora pesantemente negativi, mostrano un miglioramento rispetto al budget precedente di 40 milioni. E il sito di Piombino evidenzia un trend di riduzione delle perdite grazie ad una sensibile diminuzione dei costi operativi ed al miglioramento del mix vendite, mentre invece Trieste consuntiva forti perdite in linea con le previsioni.
L’analisi del business e dell’andamento storico ha invece dimostrato che a partire dall’inizio della crisi dell’ottobre 2008 fino al 21/12/2012, Lucchini ha: ridotto le vendite di laminati da 1,5 milioni di tonnellate a meno di 1 milione ed ha azzerato le vendite di bramme (allora pari a 400 mila tonnellate), “bruciato” cassa per 800 milioni di euro, azzerato il patrimonio netto a fine 2012, partendo dai 970 milioni dell’ottobre 2008, tagliato tutti gli investimenti strategici, limitandosi a quelli per manutenzioni, sicurezza e ambiente, ceduto le attività di alta qualità basate sul forno elettrico. «L’azienda è giunta “stremata” alla Amministrazione Straordinaria e con limitate possibilità di intervento» precisa il Commissario.
Risulta quindi chiaro come a fronte proprio delle limitate possibilità di manovra il timone sia stato orientato verso l’ipotesi cessione, «la sola percorribile», degli asset per recuperare l’equilibrio perduto.
Diverse le manifestazioni di interesse, con «due operatori siderurgici per il complesso Piombino/Lecco con esclusione della parte a caldo, un siderurgico per l’affitto con diritto all’acquisto di Trieste, un operatore logistico per le proprietà immobiliari di Trieste, un trader per l’affitto della cokeria di Piombino, un industriale per l’acquisto di Vertek Piombino e piccola porzione di Vertek/Condove, ben quattro operatori per le azioni GSIL a cui si aggiungono due intermediari per le attività siderurgiche di Lucchini che si riservano di specifica l’identità dell’operatore industriale».
Viene quindi confermata come una possibile strada da percorrere la vendita «spezzatino», previa però approvazione del programma da parte del Ministero dello sviluppo economico.
«Dopo l’approvazione del Programma – spiega l’azienda – saranno avviate le procedure ad evidenza pubblica per la cessione dei quattro complessi (Piombino/ Lecco, Trieste, Vertek e GSIL). Vertek e GSIL saranno posti sul mercato attraverso procedure semplificate. Per Trieste sono in fase avanzata i contatti con il Gruppo Arvedi per valutare l’ipotesi di affitto con diritto di acquisto dello stabilimento. Vista l’impossibilità di pervenire ad un contratto di affitto a partire dal primo luglio del corrente anno, si è stipulato un accordo commerciale di sostanziale conto trasformazione per il mese di luglio, prorogabile per il mese di agosto. A breve dovrebbe comunque arrivare una proposta di affitto del ramo di azienda che sarà oggetto di verifiche procedurali e negoziazione. Trieste, se l’azienda non sarà affittata, sarà posta sul mercato la parte delle aree di proprietà e riconsegnate le aree in concessione. Per Piombino/Lecco si prevede una più complessa procedura competitiva della durata prevista di tre/sei mesi. La procedura per la cessione del complesso Piombino/Lecco prevederà la possibilità di offrire per quattro alternative (in ordine di valutazione decrescente): altoforno più laminatoi, laminatoi più forno elettrico, solo laminatoi e infine singoli impianti. Ovviamente la scelta dipenderà dalle diverse opzioni che il mercato proporrà alla procedura e dovrà essere comunque approvata dal Ministero dello Sviluppo Economico. Piombino potrebbe diventare anche la piattaforma per la sperimentazione di un processo innovativo, come esempio si cita il processo Corex/Finex con impianti in funzionamento in Sud Africa, Corea e India».
Perché però all’intricata vicenda possa essere posto il lieto fine lo stesso staff del Commissario Nardi ha ribadito che saranno necessarie «la presenza di un imprenditore disposto a rischiare, la disponibilità di importanti contributi e finanziamenti nazionali ed europei (Action Plan), la partecipazione al rischio del fornitore dell’impianto».
Caratteristiche che in questo periodo di crisi e di domanda asfittica del settore siderurgico rischiano purtroppo di apparire come una combinazione dalle probabilità simile a quella necessaria per l’uscita di un «sei» al Superenalotto.

Fonte: siderweb.com

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