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News 2011

Lucchini – Dopo il braccio di ferro pre-natalizio l’accordo potrebbe arrivare a gennaio

By 28 Dicembre 2010No Comments

Proposte, controproposte e risposte agli aggiustamenti potrebbero portare a gennaio a raggiungere l’accordo tra la Lucchini e gli istituti di credito. Il braccio di ferro che si protrae ormai da tre mesi tra il magnate di Severstal Alexei  Mordashov e i nove istituti di credito depositari dei 700 milioni di euro del debito Lucchini potrebbe concretizzarsi proprio nelle prime settimane del 2011, evitando il tracollo della società di Piombino che da qualche mese nuota in acque agitate.
Secondo le indiscrezioni rese note sia da fonti stampa che sindacali, Il braccio di ferro tra banche e Mordashov si giocherebbe sulle cifre della ricapitalizzazione e sulla quantità di debito da riconvertire in quote azionarie della società. Gli azionisti Lucchini sarebbero disposti a ricapitalizzare il gruppo con 150 milioni di euro, 50 cash e 100 in prestito. Le banche avrebbero richiesto invece 100 milioni di nuova liquidità e solo 50 in prestito. Inoltre gli azionisti sarebbero disposti a offrire il 35% delle quote societarie alle banche in cambio di una conversione del debito pari a 200 milioni, mentre le banche ridurrebbero il debito di 100 milioni in cambio del 30%. La riconversione del debito si definirebbe attraverso obbligazioni convertibili in azioni. La proprietà vorrebbe poter decidere il momento più favorevole per la riconversione, stessa possibilità che anche le banche vorrebbero riservarsi.
L’ultima proposta ha, secondo quanto trapelato, spaccato il fronte delle banche finora rimasto unito  con i due istituti francesi Bnp e Natixis contrari alla nuova bozza mentre le italiane sono tutte favorevoli, per un tortale di sette a due.
Resta comunque chiaro che l’atto finale della vicenda Lucchini non possa essere altro che la vendita anche se dopo i vari annunci non sembra essersi in un anno concretizzato alcunché oltre un interessamento preliminare, che vede ancora in corsa le cordate del gruppo Beltrame, Danieli, Venete e del fondo internazionale Apollo.
 «C’è moderato ottimismo anche perché il passaggio con gli istituti è obbligatorio – commenta il segretario locale Fiom, Luciano Gabrielli – ma l’accordo non cancella le preoccupazioni per ciò che accadrà dopo. Le banche stanno chiedendo tante garanzie: è chiaro che le condizioni dell’accordo finiranno per influire sul futuro dello stabilimento e sui possibili acquirenti interessati a Lucchini. In questa fase servono certezze, occorre sapere al più presto chi traghetterà il rilancio, quali sarebbero gli acquirenti. Trascinare la situazione oltre febbraio sarebbe distruttivo per lo stabilimento».
Nonostante resti ancora avvolto nella nebbia il futuro degli oltre 2 mila lavoratori Lucchini, nell’attesa si fa strada anche la creazione di nuovi posti di lavoro con l’inizio attività dell’impianto di trattamento a caldo delle scorie. Una lavorazione innovativa sostituirà infatti quella del cantiere Siderco a partire indicativamente da marzo /aprile. Multiservice, la multinazionale che ha ottenuto l’appalto, ha già avviato con una succursale locale  il piano assunzioni previsto di  15 autisti di mezzi pesanti, cinque elettricisti e altrettanti capisquadra. Tutti assunti con un contratto di sei mesi prorogabili. Non resta quindi che aspettare per vedere se effettivamente il 2011 rappresenterà l’anno di svolta per la Lucchini.

 

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