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Nel 2021 le esportazioni italiane di prodotti della siderurgia, tubi e altri prodotti della prima trasformazione dell’acciaio sono cresciute in valore del 51,7%, passando da 14,8 a 22,5 miliardi di euro. Tale variazione è dovuta all’aumento delle vendite all’estero in quantità (+11,5%) ma, soprattutto, all’incremento dei prezzi (+36,5% mediamente).

Export italiano prodotti siderurgici in valore e in quantità

  2021 2020 2008 Variazioni %
Valori Milioni € Milioni € Milioni € 2021/2020 2021/2008
Prodotti della siderurgia 12.076 7.126 10.238 69,5 18,0
Tubi e raccordi 6.365 5.107 6.958 24,6 -8,5
Prodotti prima trasformazione di acciaio 4.084 2.613 2.710 56,3 50,7
Totale 22.525 14.846 19.906 51,7 13,2
Quantità .000 ton .000 ton .000 ton    
Prodotti della siderurgia 11.359 10.040 12.660 13,1 -10,3
Tubi e raccordi 3.169 3.200 3.606 -1,0 -12,1
Prodotti prima trasformazione di acciaio 2.779 2.279 1.771 21,9 56,9
Totale 17.307 15.519 18.037 11,5 -4,0

Fonte: elaborazione su dati Istat, banca dati Coeweb

Le esportazioni dei primi 20 poli siderurgici italiani sono passate da 12 a 19 miliardi di euro con un incremento del 58,2%. Variazioni positive significativamente più alte della media sono state registrate dai poli di: Alessandria (+153,4%), Verona (+102%), Mantova (+89,8%), Genova (+84,9%), Brescia (+67,6%), Taranto (65,2%) e Cremona (64,5%). Di contro, i poli con variazioni positive sotto la media sono: Bergamo (+9,1%), Ravenna (+26,8%), Vicenza (+31,7%), Forlì-Cesena (38,3%), Monza e Brianza (+41,8%) e Torino (+44,1%).

I dati sopra riportati confermano il consolidamento della geografia dei poli produttivi dell’acciaio italiani che si è venuta a creare dopo la grande crisi del 2008. Questo processo traspare, oltre che dall’andamento della produzione, anche da quello delle esportazioni che hanno registrato una riduzione molto più marcata nelle province dove sono (erano) presenti le aziende siderurgiche di maggiori dimensioni. Infatti, nel 2021 rispetto al 2008, le esportazioni di prodotti siderurgici della provincia di Taranto (dove si trovano le Acciaierie d’Italia, ex Ilva) sono diminuite del 78,2%, relegandola all’ultimo posto nella classifica dei primi 20 poli siderurgici italiani; quelle della provincia di Livorno (dove opera JSW Steel Italy, ex Lucchini Siderurgica di Piombino) si sono ridotte del 68,3%, causando l’esclusione dai primi venti poli siderurgici italiani; le esportazioni della provincia di Torino (dove c’era lo stabilimento thyssenkrupp ora chiuso) sono diminuite del 45,4%, provocando la perdita di nove posizioni nella classifica dei primi 20 poli siderurgici italiani.

Al vertice dei poli siderurgici nazionali si conferma il polo bresciano, che nel 2021 ha registrato una crescita delle esportazioni in valore del 67,6% rispetto al 2020. Nei confronti con il 2008, le esportazioni in valore di prodotti siderurgici risultano più alte del 20,6%, ma rispetto ad allora i prezzi risultano più elevati del 17,9%, per cui le esportazioni in quantità sono cresciute soltanto di circa 2 punti percentuali. Alla base della performance molto positiva dell’export in valore delle imprese bresciane nel 2021 c’è il forte incremento delle vendite nei Paesi dell’Ue (+81,4%), che rappresentano circa l’84% del totale, a cui si è aggiunto anche quello, meno consistente, delle esportazioni nei Paesi extra Ue (+17,7%). La Germania, che si conferma il principale importatore di prodotti siderurgici delle aziende bresciane con una quota del 31%, ha registrato un incremento del 64,3% nel 2020 rispetto all’anno precedente. Seguono la Francia, con una quota pari al 15,4%, le cui importazioni sono cresciute del 76%; l’Austria, con una quota del 7,8%, le cui importazioni si sono incrementate del 116,8%; la Spagna, con una quota del 5%, le cui importazioni sono aumentate del 68,3%; la Romania, con una quota del 4,8%, la cui importazioni sono salite del 222,2%; la Croazia, con una quota del 4,1%, le cui importazioni sono aumentate del 95%: l’Ungheria, con una quota del 3,2%, le cui importazioni sono aumentate del 173,3%; la Repubblica Ceca, con una quota del 3,1%, le cui importazioni si sono incrementate del 173,8%; la Slovenia, con una quota del 3,%, dove le esportazioni bresciane di prodotti della siderurgia sono aumentate del 56,9%. Al di fuori dell’Ue, la Svizzera, con una quota del 5,5%, ha accresciuto le importazioni del 66,9%; la Turchia, con una quota del 2%, ha incrementato le importazioni del 188%. Quasi completamente azzerate, invece, le esportazioni in Canada, che nel 2020 avevano raggiunto una quota del 6,5%.

Al secondo posto nella graduatoria dei poli siderurgici per valore dell’export si trova il polo di Udine, che tallona da vicino la provincia di Brescia avendo quasi dimezzato il distacco rispetto a prima della crisi del 2009. Escludendo dalle esportazioni totali quelle relative ai tubi ed ai prodotti della prima trasformazione dell’acciaio, la provincia di Udine precede Brescia di oltre cento milioni di euro.  L’aumento del 57,9% delle esportazioni sul 2020 è dovuto alle maggiori vendite sia nei Paesi Ue (+63.8%) sia nei Paesi extracomunitari (+33,9%). Le esportazioni verso l’Ue, che pesano per  l’80% sul totale, hanno registrato le seguenti variazioni: Germania (+64,6%), primo Paese importatore, con una quota del 16,9%; Austria (+72,9%), secondo Paese importatore, con una quota del 13,5%; Repubblica Ceca (+102,2%), terzo Paese importatore, con una quota del 8,7%; Polonia (+229,2%), quarto Paese importatore, con una quota del 8,3%; Ungheria (+93,4%), quinto Paese importatore, con una quota del 7,4%; Spagna (+20,3%), sesto Paese importatore, con una quota del 4,8%; Slovenia (+15,4%), settimo Paese importatore, con una quota del 4,6%; Croazia (+44,1%), ottavo Paese importatore, con una quota del 3,5%; Slovacchia (+67.3%), nono Paese importatore, con una quota del 3,1%. Le vendite sono invece diminuite in Romania (-26,6%), decimo Paese importatore, e in Francia (-5,3%), undicesimo Paese importatore. Fuori dall’Ue da rilevare il consistente aumento delle esportazioni in Messico (+95,7%), Turchia (+90,9%), Svizzera (+49,6%), Egitto (48,3%).

Al terzo posto è salito il polo di Mantova, che ha scavalcato quelli di Cremona e Milano, con un incremento delle esportazioni del 89,8% rispetto al 2020, che ha riguardato in misura maggiore i prodotti della siderurgia (+116,6%) rispetto agli altri prodotti della prima trasformazione dell’acciaio (+74,8%) e ai tubi (+52,1%). L’aumento delle esportazioni è dovuto alle maggiori vendite sia nei Paesi Ue (+104,9%) sia nei Paesi extracomunitari (+38%). Le esportazioni verso l’Ue, che pesano per l’83,5%, hanno registrato le seguenti variazioni: Germania (+117,8%), primo Paese importatore, con una quota del 28,1%; Francia (+86,2%), secondo Paese importatore, con una quota del 9,3%; Austria (+89,4%), terzo Paese importatore, con una quota del 7,7%; Polonia (+112,4%), quarto Paese importatore, con una quota del 5,9%; Repubblica Ceca (+102,9%), settimo Paese importatore, con una quota del 5,2%; Spagna (+62%), ottavo Paese importatore, con una quota del 4,2%; Ungheria (+77,7%), nono Paese importatore, con una quota del 2,9%; Paesi Bassi (+123,7%), decimo Paese importatore, con una quota del 2,8%. Fuori dall’Ue da rilevare l’aumento delle esportazioni in: Canada (+156,2%), quinto Paese importatore, con una quota del 5,8%; Regno Unito (+853,4%), sesto Paese importatore, con una quota del 5,7%; Svizzera (+0,8%), undicesimo Paese importatore, con una quota del 2,8%; Stato Uniti (+98,3%), tredicesimo Paese importatore, con una quota del 2%.

Al quarto posto si colloca il polo di Cremona che ha registrato un incremento del 64,5% delle esportazioni totali. Le esportazioni di prodotti della siderurgia (41,6% del totale) hanno riportato una crescita del 65,2%, quelle di tubi e raccordi (53,7%) sono aumentate del 63,1% e quelle di prodotti della prima trasformazione dell’acciaio (4,7%) si sono incrementate del 61,7%. L’aumento delle esportazioni è dovuto alle maggiori vendite sia nei Paesi Ue (+67,6%) sia nei Paesi extracomunitari (+43,3%). Le esportazioni verso l’Ue, che pesano per l’89,4%, hanno registrato le seguenti variazioni: Germania (+87,6%), primo Paese importatore, con una quota del 24,5%; Polonia (+46%), secondo Paese importatore, con una quota del 11,5%; Francia (+81,5%), terzo Paese importatore, con una quota del 10,9%; Spagna (+161,7%), quarto Paese importatore, con una quota del 6,8%;  Austria (+69,2%), quinto Paese importatore, con una quota del 5,3%; Romania (+71,1%), sesto Paese importatore, con una quota del 5%; Repubblica Ceca (+64,4%) settimo Paese importatore, con una quota del 4%; Paesi Bassi (+70,4%), ottavo Paese importatore, con una quota del 3,8%; Belgio (+31,3%), nono Paese importatore, con una quota del 3,1%; Ungheria (+71,8%), decimo Paese importatore, con una quota del 2,5%. Fuori dall’Ue da rilevare l’aumento delle esportazioni negli Stati Uniti (+39,7%), dodicesimo Paese importatore, con una quota del 2,3%; in Svizzera (+24,7%), tredicesimo Paese importatore, con una quota del 2,2% e in Turchia (+107,8).

Al quinto posto si trova il polo di Milano, che ha perso una posizione a causa di un incremento delle esportazioni inferiore alla media. In particolare, le esportazioni di prodotti della siderurgia, che pesano per il 40,8% sul totale, sono cresciute del 64,6%; quelle di tubi e raccordi (31,3%) sono aumentate del 15,3%; quelle degli altri prodotti della prima trasformazione dell’acciaio (27,9%) si sono incrementate del 46,3%. L’aumento delle esportazioni è dovuto alle maggiori vendite sia nei Paesi Ue (+50,9%) sia nei Paesi extracomunitari (+23,8%). Le esportazioni verso l’Ue, che pesano per il 66,1%, hanno registrato le seguenti variazioni: Germania (+73,4%), primo Paese importatore, con una quota del 21,7%; Francia (+51,5%), secondo Paese importatore, con una quota del 10%; Spagna (+52,7%), quarto Paese importatore, con una quota del 4,8%; Polonia (+35,4%),quinto Paese importatore, con una quota del 4,4%; Austria (+63,3%), settimo Paese importatore, con una quota del 3,1%; Slovenia (+44,7%), ottavo Paese importatore, con una quota del 3,3%; Paesi Bassi (+32,8%), nono Paese importatore, con una quota del 2,9%; Repubblica Ceca (+5%), undicesimo Paese importatore, con una quota del 2,6%. Fuori dall’Ue da rilevare l’aumento delle esportazioni in Svizzera (+89,6%), terzo Paese importatore, con una quota del 8,42%; in Turchia (+54,7%), sesto Paese importatore, con una quota del 3,9%; nel Regno Unito (+66,8%), decimo Paese importatore, con una quota del 2,7%; negli USA (+40,3%), tredicesimo Paese importatore, con una quota del 2,3%.

Al sesto posto si conferma il polo di Vicenza, che ha registrato un aumento del 31,7% delle esportazioni rispetto al 2020. Tale risultato è dovuto soprattutto all’incremento delle vendite all’estero dei prodotti della siderurgia (+51,1%), che rappresentano il 55% del totale, e dei prodotti della prima trasformazione dell’acciaio (+39,2%), che rappresentano il 30% del totale. Le esportazioni di tubi sono invece diminuite del 18,2%. Le esportazioni nei Paesi comunitari, che pesano per il 70,1% sul totale, sono cresciute del 45,5%, mentre quelle nei Paesi extra Ue, che pesano per il 29,9%, sono aumentate soltanto del 5,4%.

Al settimo posto si posiziona il polo di Reggio Emilia con un incremento delle esportazioni del 56,2%, guadagnando due posizioni nella classifica ai danni dei poli di Bergamo e Ravenna. Tale performance è dovuta all’aumento delle esportazioni di tubi e raccordi, che rappresentano il 93% del totale. Le esportazioni nei Paesi Ue, pari al 92% del totale, sono cresciute del 56,4%, mentre quelle nei Paesi extra-comunitari, che rappresentano l’8% del totale, sono aumentate 49,9%

All’ottavo posto si trova il polo di Terni, che ha recuperato due posizioni rispetto al 2020. Le esportazioni sono aumentate 59,2% grazie soprattutto ai prodotti della siderurgia (+74,7%), che rappresentano l’83% del totale. Le esportazioni nei Paesi dell’Ue, pari al 89,4% del totale, sono cresciute del 61.3%, mentre quelle nei Paesi extra Ue sono aumentate del 42,3%.

Al nono posto si colloca il polo di Lecco, che ha guadagnato due posizioni rispetto al 2020. Le esportazioni si sono incrementate del 51,7% grazie soprattutto agli altri prodotti della prima trasformazione dell’acciaio (+74,8%), che rappresentano il 54% del totale. Le esportazioni di tubi e raccordi (31% del totale) sono aumentate del soltanto del 11,8%, mentre quelle di prodotti della siderurgia (15% del totale) sono salite del 93,9%. Le vendite nei Paesi Ue, che pesano per il 73,1%, si sono incrementate del 67%, mentre quelle nei Paesi extra Ue sono calate del 18,9%.

Al decimo posto si posiziona il polo di Ravenna, che ha perso due posizioni in graduatoria a causa di una percentuale di crescita delle esportazioni nettamente sotto la media. Le esportazioni di prodotti della siderurgia, che rappresentano il 95% del totale, sono aumentate del 39,7%, mentre le esportazioni di prodotti della prima trasformazione dell’acciaio (4,2%) sono cresciute del 98,3%, mentre quelle di tubi e raccordi (0,8%) sono diminuite del 88,5%. Le vendite nei Paesi Ue, che incidono per il 94,6% sul totale, sono cresciute del 61,3%, rispetto al 18,9% di quelle nei Paesi extra Ue.

All’undicesimo posto si posiziona il polo di Bergamo, che ha perso quattro posizioni rispetto al 2020 a causa di un tasso di crescita dell’export molto ridotto. Le esportazioni di tubi e raccordi, che rappresentano il 69,1% del totale, sono diminuite del 10%, mentre le esportazioni di prodotti della siderurgia (22,2%) sono cresciute del 122,5% e quelle dei prodotti della prima trasformazione dell’acciaio (8,7%) sono aumentate del 36,8%. Le vendite nei Paesi Ue, che incidono per il 44,5% sul totale, sono aumentate del 29,1%, mentre quelle nei Paesi terzi (70,9%) sono diminuite del 5,8%.

Al dodicesimo posto si conferma il polo di Verona, con un incremento del 102% delle esportazioni totali rispetto al 2020Le vendite all’estero prodotti della siderurgia, che rappresentano il 67% del totale sono aumentate del 107,6%, mentre le esportazioni di prodotti della prima trasformazione dell’acciaio (32%) si sono incrementate dell’83,1%. Le esportazioni nei Paesi Ue, che incidono per l’87,7% sul totale, sono cresciute del 91,9%, mentre quelle nei Paesi extra Ue sono aumentate del 162,6%.

Al tredicesimo posto si conferma il polo di Cesena-Forlì, con un incremento del 38,1% delle esportazioni complessive. Le esportazioni di tubi e raccordi, che rappresentano l’87,6% del totale, sono cresciute del 38,2%, mentre quelle dei restanti prodotti sono aumentate del 37,6%. Le vendite nei Paesi dell’Ue, che costituiscono il 93,1% del totale, si sono incrementate del 36%, mentre quelle nei Paesi extra Ue sono aumentate del 73,4%.

Al quattordicesimo posto si conferma il polo di Aosta, con un incremento del 54,8% delle esportazioni totali. In particolare, le vendite all’estero di prodotti della siderurgia, pari al 65,2% del totale, sono cresciute del 56,8% e quelle dei prodotti della prima trasformazione dell’acciaio (34,8%) sono aumentate del 53,2%. Le esportazioni nei Paesi Ue, che rappresentano il 47,1 del totale, sono salite del 68,5%, mentre quelle nei Paesi extra Ue sono cresciute del 45,5%.

Al quindicesimo posto è salito il polo di Genova, che ha guadagnato due posizioni in graduatoria rispetto all’anno precedente, con un incremento del 84,9% delle esportazioni totali. Le vendite all’estero di prodotti della siderurgia (69,3% del totale) sono aumentate del 114,3%, quelle di prodotti della prima trasformazione dell’acciaio (26,8%) sono salite del 58,8%, mentre quelle di tubi e raccordi (3,9%) sono diminuite del 20%. Le esportazioni nei Paesi Ue, che rappresentano l’86,7% del totale, si sono incrementate del 129,6%, mentre quelle nei Paesi extra Ue sono diminuite del 18,1%.

Al sedicesimo posto si colloca il polo di Monza e Brianza, con un incremento del 41,8% delle esportazioni totali. In particolare, le esportazioni di tubi e raccordi, che rappresentano il 45,4% del totale, sono cresciute del 21,4%, quelle di prodotti della siderurgia (44,2%) si sono incrementate del 69,6%, quelle di prodotti della prima trasformazione dell’acciaio sono salite del 46,5%. Le vendite nei Paesi Ue, che rappresentano quasi il 69,7% del totale, si sono incrementate del 51,7%, mentre quelle nei Paesi extra Ue (30,4%) sono aumentate del 23,1%.

Al diciassettesimo posto si trova il polo di Padova, che ha perso una posizione rispetto al 2020, con un incremento del 53,6% delle esportazioni complessive. In particolare, le vendite all’estero di prodotti della siderurgia, che pesano per il 67,8%, sono aumentate del 70,6%, quelle di altri prodotti della prima trasformazione dell’acciaio (29,5%) hanno registrato un incremento del 26,6% e quelle di tubi e accessori (2,7%) sono salite del 14,4%. Le esportazioni nei Paesi Ue, che incidono per l’86,8% sul totale, sono aumentate del 54,4%, mentre quelle nei Paesi extra Ue (13,6%) sono salite del 43,8%.

Al diciottesimo posto si colloca il polo di Alessandria, che ha guadagnato due posizioni rispetto all’anno precedente, con un incremento delle 153,4% delle esportazioni totali. In particolare, le vendite all’estero di prodotti della siderurgia, che rappresentano l’83,4% del totale, hanno registrato un incremento del 188,1%, quelle di altri prodotti della prima trasformazione dell’acciaio (9,9%) sono cresciute del 58,3% e quelle di tubi e raccordi (6,7%) sono salite del 31,1%. Le esportazioni nei Paesi Ue, che incidono per il 95,6 sul totale, si sono incrementate del 161,5%, mentre quelle nei Paesi extra Ue (4,4%) sono salite del 43,8%.

Al diciannovesimo posto si trova il polo di Torino, che ha perso quattro posizioni rispetto al 2020 a causa di un incremento delle esportazioni totali (+44,1%) inferiore alla media. In particolare, le vendite all’estero di tubi e raccordi, che rappresentano il 54,9% del totale, si sono incrementate del 48,7%, quelle di prodotti della siderurgia (31,1%) sono aumentate 44,9% e quelle di altri prodotti della prima trasformazione dell’acciaio sono salite del 14%. Le esportazioni nei Paesi Ue, che rappresentano il 66,4% del totale, hanno registrato un incremento del 71,3%, mentre quelle nei Paesi terzi (33,6%) sono aumentate del 9,8%

Al ventesimo posto è sceso il polo di Taranto, che ha perso una posizione rispetto all’anno precedente, nonostante un incremento del 65,2% delle esportazioni totali. Le vendite all’estero, costituite per il 98% da prodotti della siderurgia, si sono dirette per il 78,5% verso i Paese dell’Ue registrando un incremento del 308,1%. Le esportazioni nei Paesi extra Ue (21,5%) si sono invece ridotte del 48%.

Export di prodotti siderurgici per provincia

  Provincia 2021
(milioni €)
2020
(milioni €)
2008
(milioni €)
2021/20
Var.%
2021/08
Var.%
1 Brescia 2.386 1.424 1.979 67,6 20,6
2 Udine 2.113 1.338 1.514 57,9 39,6
3 Mantova 1.710 901 556 89,8 207,6
4 Cremona 1.615 982 801 64,5 101,6
5 Milano 1.305 908 1,786 43,7 -26,9
6 Vicenza 1.177 894 1.203 31,7 -2,2
7 Reggio Emilia 1.039 665 410 56,2 153,4
8 Terni 1.038 652 827 59,2 25,5
9 Lecco 901 594 654 51,7 37,8
10 Ravenna 866 683 464 26,8 86,6
11 Bergamo 860 788 1.343 9,1 -36,0
12 Verona 826 409 344 102,0 140,1
13 Forlì-Cesena 448 324 212 38,3 111,3
14 Aosta 432 279 441 54,8 -2,0
15 Genova 403 218 274 84,9 47,1
16 Monza e Brianza 387 273 * 41,8 *
17 Padova 384 250 192 53,6 100,0
18 Alessandria 375 148 431 153,4 -13,0
19 Torino 366 254 670 44,1 -45,4
20 Taranto 327 198 1.497 65,2 -78,2
  Totale 18.958 11.984 15.598 58,2 21,5
  Altri poli 3.567 2.862 4.308 24,6 -17,2
  Totale Italia 22.525 14.846 19.906 51,7 13,2

 Fonte: elaborazione su dati Istat, banca dati Coeweb.
*nel 2008 le esportazioni erano incluse in quelle di Milano.

 

FONTE: SIDERWEB.COM