Mentre l’energia torna a pesare sui costi produttivi delle realtà nazionali
Nel mese di settembre è proseguita la diminuzione delle quotazioni delle materie prime non energetiche utilizzate nella produzione di acciaio, mentre per quanto riguarda le materie prime energetiche è proseguita la diminuzione del prezzo del coke, si è arrestata la discesa del costo dell’energia elettrica, ma è leggermente calato il prezzo del gas naturale. Dopo aver toccato un minimo di 33,2 €/ MWh all’inizio del mese, il prezzo del mercato all’ingrosso del gas TTF ha registrato diverse oscillazioni fino a risalire ad oltre 39,0 €/MWH a fine mese, assestandosi poco sotto il livello tra i più alti dei primi nove mesi del 2024.
Queste oscillazioni, con una tendenza di fondo al rialzo del prezzo del gas sul principale mercato all’ingrosso, influiranno sul prezzo del gas pagato dalle imprese e dalle famiglie nelle bollette relative ai consumi di agosto. I motivi di questi rincari sono dovuti a diversi fattori, tra cui l’acuirsi del conflitto mediorientale e l’accumulo delle scorte di gas in vista del periodo invernale, in particolare nei Paesi europei.
La situazione dei costi energetici per le acciaierie
Il prezzo del gas per le acciaierie è diminuito del 5,9% rispetto ad agosto, attestandosi a 0,48 euro al metro cubo rispetto a 0,46 euro dello stesso mese dell’anno precedente, con un incremento del 4,3% su base annua. Il prezzo dell’energia elettrica è invece aumentato del 10,4% rispetto ad agosto, attestandosi a 112,50 euro al MWh rispetto a 122,90 euro dello stesso mese dell’anno precedente, con una diminuzione dell’8,5% su base annua. Il prezzo del carbon coke si è ridotto del 14,9% rispetto ad agosto di quest’anno e del 39,5% nei confronti dello stesso mese del 2023. Per quanto riguarda le materie prime non energetiche, il prezzo del minerale di ferro è calato dell’8,7% rispetto ad agosto, attestandosi 19,1 punti percentuali sotto il prezzo dello stesso dello stesso mese dello scorso anno. Infine, Il prezzo del rottame di ferro è diminuito del 6,3% rispetto ad agosto, mantenendosi però 1,7 punti percentuali sopra il prezzo di settembre del 2023.
Andamento dei prezzi dell’energia e delle materie prime siderurgiche nell’ultimo trimestre
Gas naturale (€/mc) |
Energia elettrica (€/MWh) |
Minerale di ferro (€/ton) |
Carbon coke (€/ton) |
Rottame (€/ton) |
|
Luglio 2024 | 0,45 | 112,63 | 98,68 | 193,82 | 344,30 |
Agosto 2024 | 0,51 | 101,90 | 90,79 | 167,85 | 335,69 |
Settembre 2024 | 0,48 | 112,50 | 78,62 | 142,84 | 306,48 |
Fonti: Market Index, SERE-Servizi energia, Platts.
Per effetto delle dinamiche sopraccitate, il costo di produzione di una tonnellata di acciaio grezzo con forno elettrico è diminuito del 3,4% rispetto ad agosto di quest’anno, mentre è aumentato dello 0,9% rispetto a settembre del 2023. Il costo di una tonnellata di acciaio prodotta con ciclo integrale si è ridotto del 7,7% rispetto ad agosto di quest’anno e del 22,7% rispetto a settembre del 2023. Pertanto, il differenziale del costo di produzione dell’acciaio con altoforno rispetto a quello con forno elettrico è passato da -17,5 punti ad agosto a -40 punti a settembre di quest’anno, mentre rispetto a settembre dello scorso anno il costo di produzione dell’acciaio con altoforno superava di 109,3 punti quello con forno elettrico.
L’andamento dei prezzi dei prodotti
A fronte di una riduzione del 3,4% del costo di produzione di una tonnellata di acciaio con forno elettrico, i prezzi di vendita dei prodotti ottenuti con questo processo hanno registrato andamenti disomogenei. In dettaglio, il prezzo del tondo per cemento armato è diminuito del 2,5% rispetto ad agosto di quest’anno e dell’1,5% rispetto al prezzo di settembre dello scorso anno. Il prezzo delle travi è invece aumentato dello 0,5% rispetto ad agosto di quest’anno, mentre è diminuito del 4,6% rispetto a settembre del 2023. Il prezzo dei laminati mercatili è diminuito dello 0,4% rispetto ad agosto di quest’anno, mentre si è ridotto del 6,2% rispetto a settembre dello scorso anno. Per quanto riguarda le acciaierie con ciclo integrale, alla riduzione del 7,7% del costo di produzione di una tonnellata di acciaio si è accompagnata una diminuzione più ridotta dei prezzi dei prodotti ottenuti con questo processo. In particolare, il prezzo dei coils a caldo è calato del 3,5% rispetto ad agosto di quest’anno e del 9,4% rispetto a settembre dello scorso anno. Il prezzo delle lamiere a caldo si è ridotto del 3,7% rispetto ad agosto di quest’anno e del 6,8% rispetto a quello di settembre del 2023.
Andamento dei prezzi dei principali prodotti siderurgici nell’ultimo trimestre
(€/ton) | Tondo c.a. | Travi | Laminati | Coils a caldo | Lamiere a caldo |
Luglio 2024 | 633,80 | 755,56 | 704,40 | 715,80 | 771,80 |
Agosto 2024 | 618,00 | 763,00 | 701,00 | 690,00 | 729,00 |
Settembre 2024 | 602,25 | 766,50 | 700,75 | 665,50 | 702,25 |
Fonte: siderweb, i prezzi sono comprensivi degli extra.
Pertanto, i differenziali fra il prezzo di vendita ed il costo di produzione dell’acciaio sono leggermente aumentati rispetto ad agosto. In particolare, per i coils a caldo, il differenziale a settembre rispetto ad agosto di quest’anno è cresciuto del 10,9%, mentre rispetto a settembre dello scorso anno il differenziale si è incrementato de 78,4%. Per le lamiere a caldo, il differenziale a settembre rispetto ad agosto di quest’anno è cresciuto del 7,5%, mentre rispetto a settembre dello scorso anno il differenziale si è incrementato dell’81,7%. Per il tondo, il differenziale a settembre rispetto ad agosto di quest’anno è aumentato del 4,8%, mentre rispetto a settembre dello scorso anno il differenziale è calato del 16,8%. Per le travi, il differenziale a settembre rispetto ad agosto di quest’anno è salito del 10,6%, mentre rispetto a settembre dello scorso anno il differenziale è sceso del 15,2%. Infine, per quanto riguarda i laminati mercantili, il differenziale a settembre rispetto ad agosto di quest’anno ha registrato un aumento del 12,6%, mentre rispetto a settembre dello scorso anno il differenziale si è ridotto del 23,4%.
Le previsioni a breve termine
Nel mese di settembre di quest’anno i costi degli input dell’industria siderurgica hanno registrato più variazioni in diminuzione che in aumento rispetto allo stesso mese del 2023. Su base annua, i prezzi delle materie prime non energetiche hanno mostrato una diminuzione del 26,9% per il minerale di ferro e un aumento dell’1,7% per il rottame, a vantaggio quindi delle imprese produttrici di acciaio con ciclo integrale rispetto a quelle con forno elettrico. I prezzi delle materie prime energetiche hanno registrato invece un aumento del 4,3% per il gas, una diminuzione del’8,5% per l’energia elettrica e del 39,5% per il carbon coke. Conseguentemente, mentre il costo di produzione di una tonnellata di acciaio con forno elettrico è aumentato dello 0,9% rispetto al mese di settembre del 2023, il costo di produzione di una tonnellata di acciaio con altoforno si è ridotto del 22,7% nello stesso periodo.
Meno marcate le variazioni dei prezzi di vendita dei diversi tipi di prodotti. I prezzi dei laminati lunghi sono diminuiti mediamente di meno rispetto ai prezzi dei prodotti piani. In particolare, il prezzo del tondo per cemento armato ha registrato una contrazione dell’1,5% rispetto a settembre del 2023, quello delle travi è diminuito del 4,6% e quello dei laminati mercantili del 6,2%; il prezzo dei coils a caldo è calato invece del 9,4% mentre quello delle lamiere a caldo si è ridotto del 6,8%. I prezzi del tondo per cemento armato e dei laminati mercantili sono ritornati e si mantengono sotto i prezzi dei coils e delle lamiere a caldo, correggendo un’anomalia che, iniziata intorno alla metà del 2022, si era protratta per buona parte del 2023. Il prezzo delle travi, invece, è ritornato sopra quello di prodotti piani. L’aumento dei prezzi nel primo trimestre di quest’anno ha consentito ai produttori di piani di aumentare il differenziale rispetto al costo di produzione dell’acciaio che, fortemente ridottosi nel bimestre ottobre-novembre del 2023, si è riportato sopra i valori registrati a gennaio del 2023. Questo recupero è stato però di breve respiro, tant’è che nei mesi successivi il differenziale è nuovamente calato evidenziando segni di miglioramento nel trimestre luglio-settembre, grazie soprattutto al calo del costo di produzione dell’acciaio. Al contrario, per i produttori di lunghi, la riduzione dei prezzi durante quasi tutto il 2023 è proseguita, dopo una breve interruzione a cavallo dell’anno, nei primi cinque mesi di quest’anno, ha diminuito il differenziale rispetto al costo di produzione dell’acciaio, che ha toccato il punto di minimo in maggio per il tondo per cemento armato e in giugno per le travi ed i laminati mercantili, corrispondente al valore più basso degli ultimi tre anni. Successivamente i margini hanno registrato un lieve miglioramento, grazie soprattutto alla diminuzione del costo di produzione dell’acciaio, mantenendosi però su livelli molto bassi, sotto i quali è difficile scendere senza pregiudicare il risultato economico finale della gestione 2024, già negativamente condizionato da una domanda di acciaio che non dà segnali di ripresa.
Le previsioni a breve termine non lasciano quindi spazio per una diminuzione dei prezzi dei prodotti, poiché i differenziali rispetto al costo di produzione dell’acciaio hanno raggiunto livelli incomprimibili considerando anche gli investimenti necessari per realizzare i progetti di decarbonizzazione in corso.
Fonte: siderweb.com