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JSW Italy chiederà un’altra proroga, questa volta fino a dicembre, per la presentazione del progetto industriale della seconda fase, quello che avrebbe dovuto sciogliere il nodo degli investimenti per realizzare un’acciaieria elettrica e un laminatoio per acciai piani. A confermarlo a siderweb è lo stesso presidente del consiglio di amministrazione, Virendar Bubbar, alla vigilia del confronto in videoconferenza tra il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli e il tycoon Sajjan Jindal previsto per il 3 giugno.

L’emergenza sanitaria ha messo alle corde l’azienda siderurgica piombinese che ora sta soffrendo di crisi di liquidità. I costi di trasformazione non compensano quelli degli approvvigionamenti di semiprodotti, anche se forniti dalla casa madre. Alla crisi generale del mercato dell’acciaio si aggiunge la sofferenza dovuta ai mancati adeguamenti degli impianti, segnalata nella stessa relazione inviata al ministero dal commissario dell’ex Lucchini Piero Nardi.

«Al governo – sostiene il presidente Bubbar – chiediamo un sostegno nel reperire la liquidità necessaria, offrendo garanzie al sistema bancario». Ma in ballo c’è anche la possibilità di un intervento diretto di Cassa Depositi e Prestiti auspicato dal sindacato ed esplicitamente richiesto dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi al ministro Patuanelli. Un ingresso con una quota di minoranza in JSW Italy che, secondo Bubbar, non sarebbe affatto sgradito a Jindal. Sarebbe un’iniezione di capitale fresco e un’ulteriore garanzia nei confronti del sistema creditizio, viste le attuali difficoltà.

JSW in affanno anche in India

Il Gruppo JSW è del resto alle prese con forti difficoltà dovute alla contrazione del mercato indiano, avvenuta in un momento di forte espansione per il produttore, tanto da ricercare spazi nuovi nelle esportazioni. Gli stessi magazzini della JSW Italy Piombino vedono alti stock di semiprodotti, 70mila tonnellate a terra di blumi e billette e in attesa di altre due navi, per un carico complessivo di altre 40mila tonnellate. Il vero problema è un mercato che fatica a riprendersi: il treno vergella è fermo senza previsioni di ripartenza, per le barre non si vede una profondità produttiva. Sta funzionando solo il treno rotaie, che resterà in attività fino a tutto giugno, e forse anche a luglio, per fare fronte agli ordini già acquisiti o in via di acquisizione.

Intanto ieri si è svolta una riunione del consiglio di fabbrica alla presenza dei sindacati provinciali di Fim, Fiom e Uilm. La gestione delle precauzioni sanitarie adottate in accordo con l’azienda è considerata tutto sommato positiva. Le preoccupazioni sono concentrate nel peggioramento della situazione dello stabilimento aggravata dall’emergenza Covid-19. «Una situazione – affermano i sindacati – che era già complicata e che ora rischia di lasciare dietro di sé un’emergenza economica e sociale senza precedenti».

Il nodo dolente

I quattro mesi di proroga per la presentazione del progetto industriale sono scaduti e «le condizioni in cui versa lo stabilimento non permettono più a nessuno di perdere altro tempo, senza contare che il 23 luglio scadrà il periodo di monitoraggio di cui avevamo già chiesto il prolungamento». Ma secondo i sindacati la cosa più urgente è «assicurare immediate azioni e risorse finanziarie per garantire le semplici attività quotidiane».

E anche loro fanno un preoccupato riferimento alla recente relazione del commissario Nardi, in modo specifico alle esigenze di un revamping urgente del treno rotaie e al dichiarato andamento negativo del margine operativo trimestrale dell’azienda che presenta un rosso di 9 milioni. Non manca un affondo, nella presa di posizione dei sindacati, anche nei confronti dei vertici dell’azienda, ritenendo preoccupante, a un anno dalle dimissioni del precedere amministratore delegato, che «manchi una figura che abbia la fiducia dell’imprenditore, con mandato di portare avanti il piano più volte annunciato».

Un cambio di passo, è la richiesta della Rsu, che potrebbe essere rappresentato dall’opportunità di cogliere dalle disposizioni contenute nel decreto “Rilancio”, favorendo l’ingresso temporaneo della CdP nella compagine societaria di JSW Italy, «finalizzata alla realizzazione degli investimenti per un’acciaieria elettrica». Positivo il giudizio sull’annunciato confronto tra il ministro Patuanelli e Jindal in video conferenza il 3 giugno, ma i sindacati auspicano una convocazione fisica al ministero delle parti il prima possibile.

 

fonte: siderweb.com

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