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BRESCIA – Legare agricoltura e industria attraverso il filo conduttore della sostenibilità. È questo il cuore del progetto Green Metals rilanciato all’interno di Futura, la tre giorni bresciana dedicata alla sostenibilità. Il progetto è nato all’interno dello studio sulla decarbonizzazione dei settori hard to abate curato dal Boston Consulting Group. Tra i settori aderenti anche la siderurgia che ha portato la propria testimonianza con il presidente di Federacciai Antonio Gozzi. «Il valore di questo progetto è di essere nato quando le tensioni internazionali sul gas erano solo all’inizio e quando quasi nessuno pensava che l’Europa avrebbe potuto vedere una guerra sul suo continente. Il progetto è quello di poter sostituire il nostro unico scope uno con una materia prima completamente green e con costi di produzione meno volatili. A maggior ragione oggi che i siderurgici devono giostrarsi in uno slalom tra ore di produzione piene e vuote a causa dei prezzi del gas insostenibili». Gozzi ha evidenziato che per ora non ci sono state fermate generalizzate, ma se la domanda dovesse rallentare «nei prossimi mesi ci si troverà in tensione tra elevati costi di imput e prezzi di vendita in discesa».
Dei 30 impianti di produzione di biogas previsti dal progetto ne basterebbero solo sei per rendere compliance agli standard europei il forno di preriscaldo del nuovo laminatoio di Duferco Travi e Profilati in costruzione a Brescia. Gozzi ha poi chiuso sullo scenario internazionale, ipotizzando un dietrofront della Germania sul price cap, «anche perché se si creano asimmetrie competitive tra i vari Paesi dell’Unione si va verso la fine del mercato unico. E questo l’Europa non può permetterselo».
Una prospettiva condivisa con il presidente di Confindustria Brescia Franco Gussalli Beretta. «Non possiamo permettere che su temi di primaria importanza si proceda per ideologie. Bisogna essere pragmatici con soluzioni realizzabili in tempi tecnici compatibili. Progetti come Green Metals vanno nella direzione giusta, serve continuare a investire in ottica di sistema». Il modello bresciano a cui aderiscono ben 13 acciaierie, fonderie e produttori di alluminio per un consumo di gas da 250 milioni di metri cubi potrebbe anche essere replicato in altre parti d’Italia una volta raggiunti i risultati sperati. «Risultati che sono una diminuzione dei consumi tra i 50 e i 100 metri cubi equivalenti al 20/40% del fabbisogno medio delle aziende entro il 2025. Il tutto grazie all’integrazione con i 30 impianti previsti dal progetto» ha rimarcato Marco Moretti, Managing Director e partner del Boston Consulting Group.

 

FONTE: SIDERWEB.COM