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Nel 2022, il fatturato dell’industria costruttrice di beni strumentali è cresciuto a 54,106 miliardi di euro, in aumento dell’8,1% rispetto al 2021. Un risultato «determinato principalmente dall’andamento delle consegne sul mercato interno, salite a 19,7 miliardi di euro, pari al 14,7% in più rispetto all’anno precedente; più contenuta è risultata la crescita dell’export, che è salito del 4,7% a 34,4 miliardi di euro» si legge in una nota di Federmacchine.

Vivace il consumo di macchinari, anche grazie agli incentivi: è cresciuto del 17,9% a 31,7 miliardi di euro, «trainando non solo le consegne interne ma anche l’import, cresciuto del 23,5%» a quasi 12 miliardi di euro.

Per il 2023 si prevede un proseguimento della tendenza positiva, anche se «la crescita avrà ritmo più contenuto, complice l’incertezza che interessa l’intero scenario internazionale». Il fatturato è dato in crescita del 3,2% a quasi 56 miliardi di euro. Una variazione positiva analoga è attesa per export, consegne interne, domanda interna.

Il presidente di Federmeccanica, Giuseppe Lesce, ha dichiarato di attendersi «ancora mesi di crescita», perché, nonostante le incertezze come mancanza di componenti elettriche ed elettroniche e caro energia, «le aziende hanno portafogli ordini davvero ricchi».

«La mancanza di componenti ha, almeno in parte, ridotto il fatturato 2022 – ha spiegato in una nota – e oggi rischia di complicare l’attività delle nostre aziende anche per i prossimi mesi. Molte aziende hanno, infatti, i magazzini pieni in attesa di ricevere le parti mancanti per completare la costruzione dei macchinari già praticamente pronti e consegnarli ai clienti. Anche per questo – ha aggiunto – accogliamo con favore la proposta fatta dalla maggioranza di governo, e che dovrà essere poi discussa in Parlamento, di prevedere nella Legge di Bilancio 2023 lo spostamento, dal 30 giugno 2023 al 31 dicembre 2023, del termine di consegna dei macchinari e delle tecnologie ordinate entro fine 2022 e per le quali è stato versato acconto del 20%».

Uno slittamento che viene accolto con favore anche da Acimga, l’associazione confindustriale dell’industria dei costruttori di macchine per il printing e il converting. Comparto che prevede una crescita di fatturato, nel 2022, dell’11%, a 3,05 miliardi di euro. Il significativo aumento degli ordini è stato trainato dall’export.

Anche questo comparto è stato in parte rallentato dalle difficoltà di approvvigionamento, ma il direttore di Acimga Enrico Barboglio ha spiegato che il comparto è ancora «“in tenuta” rispetto alla crisi congiunturale politico-economica ed energetica e con prospettive ottimistiche anche per il 2023».

 

FONTE: SIDERWEB.COM

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