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Eurofer rinnova il pressing istituzionale sulla proposta di modifica dell’Emission Trading System dell’Ue.

 

Dopo l’operazione di sensibilizzazione fatta verso il Parlamento Europeo alcune settimane fa in occasione della votazione di quest’ultimo sul tema, ora il focus si sposta sulla divisione ambiente del Consiglio europeo chiamato a pronunciarsi domani sull’ETS.

«Le discussioni attuali del Consiglio non tengono adeguatamente in considerazione la situazione dell’industria manifatturiera globale dell’UE, né il settore siderurgico europeo, che deve fronteggiare una competizione globale particolarmente agguerrita». Ha affermato il direttore generale di Eurofer Axel Eggert in una nota per la stampa.

Nonostante le modifiche significative apportate dal Parlamento Europeo alla proposta della Commissione Ue, Eurofer ritiene che vi sia ancora molto da fare. I deputati hanno ridotto la quota di vendita all’asta delle quote del 5%, riducendo il rischio di riallocazione delle emissioni per settori ad alto rischio come l’acciaio.

Inoltre si deve difendere e, se possibile, rafforzare il fatto che le emissioni dei gas di scarico ri-utilizzati per alimentare la produzione di energia elettrica possano essere prese in dovuta considerazione nel computo del benchmark di riferimento. Infine, i deputati hanno introdotto un limitato schema armonizzato per la compensazione dei costi indiretti con tetti stringenti sulla possibilità di fonti finanziarie aggiuntive a livello nazionale.

«L’approccio generale del Consiglio deve includere questa riduzione del 5% della quota di vendita all’asta per assicurarsi che non vi sono sufficienti quote a titolo gratuito per i settori a rischio di carbon leakage – ha concluso Eggert -. Il Consiglio deve anche prendere in considerazione la necessità di parametri di riferimento da fissare a un livello realizzabile e realistico e costi indiretti pienamente compensabili sul medesimo livello in tutti gli Stati membri. I parametri dovrebbero essere impostati a un livello inferiore del 10% per gli impianti più efficienti e non fissati con tagli a tavolino. Se questi temi non verranno opportunamente considerati questi renderanno l’industria siderurgica europea completamente non competitiva sul mercato mondiale. Invitiamo il Consiglio Ambiente a costruire un approccio generale che comprenda questi elementi essenziali. Vari Stati membri hanno presentato proposte praticabili che si muovono in questa direzione, come la Germania, l’Italia, l’Austria, il Belgio e la Grecia. Nessun accordo dovrebbe essere raggiunto, se non tiene conto delle considerazioni appena presentate».

 

 

 

Fonte: siderweb.com