Skip to main content

«Altamente inusuale», così il direttore generale di Eurofer Axel Eggert definisce il regolamento pubblicato dalla Commissione Europea con cui istituisce i dazi per i piani a caldo provenienti da Brasile, Iran, Russia e Ucrania, compresi tra 17,6 e 96,5 euro la tonnellata.

 

«I dati che sono stati presentati hanno evidenziato delle prove incontrovertibili delle pratiche di dumping – ha ribadito Eggert-. Quindi queste pratiche stanno creando dei danni all’industria dell’Unione, e questo è un chiaro nesso causale. L’imposizione di dazi percentuali Ad Valorem sul prezzo di importazione sarebbe dovuta quindi essere la scelta più logica. Quella fatta invece è nettamente più debole in termini di protezione».

Ciò che non è andato giù ai produttori siderurgici è stata la decisione di imporre del «sovrapprezzi fissi» alla tonnellata sul costo di importazione pattuito, un meccanismo che secondo Eurofer rimetterebbe in campo sotto mentite spoglie il MIP (minimum import price) inizialmente proposto dalla Commissione e invece bocciato nel corso della discussione con i paesi membri.

«Questi importi fissi hanno un’efficacia ben inferiore rispetto a quella della tradizionale formula Ad Valorem – ha aggiunto Eggert -. Inspiegabilmente, la Serbia è stata esclusa da qualsiasi misura, nonostante i suoi impianti siano di proprietà un grande produttore cinese, tra l’altro di proprietà statale. È chiaro che gli importi fissi rappresentino una scelta migliore rispetto all’assurdità di avere un unico MIP per un prodotto che viene commerciato in migliaia di qualità diverse. Questa intera procedura indebolisce il sistema antidumping dell’Unione –conclude Eggert-, anche se l’Unione europea dovrebbe modernizzare i propri strumenti di difesa commerciale per essere più efficaci anziché più deboli».

 

 

 

Fonte: siderweb.com

Close Menu