ha dichiarato il gruppo anglo indiano, precisando di aver aperto trattative che «potrebbero portare al “congelamento” del sito britannico».
Questa decisione «è diventata inevitabile a causa del mancato rispetto da parte di quattro compratori internazionali dell’accordo decennale di acquisto di bramme – si legge nel comunicato stampa dell’azienda -, firmato nel 2004 da Marcegaglia, Dongkuk Steel Mills, Duferco Participations Holding e Alvory». Secondo l’intesa i quattro buyer si erano impegnati ad acquisire il 78% dell’output di Teesside per 10 anni al costo di produzione. Questo contratto, secondo Corus, «aveva portato a grandi benefici negli scorsi anni. Ciononostante dal mese scorso il consorzio ha iniziato unilateralmente dei movimenti atti a concludere l’accordo anzitempo, rendendo le operazioni dell’impianto di Teesside non più sostenibili». Per questo motivo «Corus userà tutti i mezzi legali a propria disposizione per assicurarsi il rispetto del contratto». Il presidente di Corus, Kirby Adams, si è detto «estremamente deluso» del comportamento del consorzio di acquisto.