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L’associazione prevede un’espansione del commercio mondiale superiore al 2%

Nel suo “Rapporto di previsione – Tassi, PNRR, superbonus, energia: che succederà alla crescita italiana?”, Confindustria mette in luce le prospettive degli scambi internazionali e dei possibili driver positvi per l’economia globale e italiana. Futuro che secondo il Centro Studi dell’associazione degli industriali appare oreintato allo sviluppo.

Infatti, dopo aver registrato un arretramento dell’1,9% a causa di fattori quali la scarsa domanda, alti tassi d’interesse, prezzi energetici superiori alla media e crescenti tensioni internazionali, le prospettive di crescita per il commercio mondiale sono date in miglioramento. Ottimismo derivante dal rientro dell’inflazione e della conseguente crescita degli investimenti, che con loro risolleveranno la crescita industriale e la domanda di beni. Quindi, la previsione è che nel biennio 2024-2025 gli scambi internazionali vedranno un’espansione del 2% e del 2,5% e anche il PIL mondiale seguirà lo stesso trend positivo. Nel dettaglio, i Paesi emergenti cresceranno a un ritmo superiore al 4% (4,2% nel ’24 e 4,4% nel ’25) e gli Stati Uniti freneranno rispetto all’attuale 2,5%, pur restando a livelli del 2,2% e del 2%. Più a rilento dovrebbe continuare ad andare l’Area euro, la quale il prossimo anno dovrebbe confermare un tasso di crescita dello 0,5% e toccare una percentuale dell’1,1% nel 2025. Tuttavia, il contesto geopolitico globale ha in sé significativi rischi che potrebbero inficiare queste prospettive e, in particolare, la crescita potrebbe essere frenata da un’escalation dei conflitti in atto. A preoccupare sono soprattutto le tensioni in Medio Oriente e in Ucraina, per via di possibili aumenti del prezzo del petrolio e del gas.

Per quanto riguarda l’Italia, la crescita del nostro Paese nel 2023 si è attestata allo 0,9% annuo e nel biennio 2024-2025, secondo Confindustria, il miglioramento della domanda globale dovrebbe dare nuova linfa all’economia tricolore. Sono due i principali driver che traineranno la crescita italiana: il taglio dei tassi d’interesse e l’attuazione del PNRR, che andranno a stimolare nuovi investimenti sia pubblici che privati. A preoccupare invece sono fattori quali il costo dell’energia (più alto rispetto ai principali Paesi Ue e ai competitor internazionali), il depotenziamento del Superbonus 110% e degli altri incentivi all’edilizia (freno al settore delle costruzioni) e le strozzature mondiali nei trasporti (freno per gli affari dell’industria italiana). A questi tre elementi negativi, si aggiungono altre due tendenze strutturali in atto: il calo demografico e la riconfigurazione degli scambi globali sempre più tra Paesi “amici”.

In questo quadro previsionale, l’andamento del PIL italiano del 2024 si prospetta in linea con quanto visto nel 2023, ovvero dovrebbe confermarsi a un +0,9%, mentre per il 2025 la crescita dovrebbe essere di poco superiore al +1,1%.

 

Fonte: siderweb.com

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