MILANO – Infrastrutture e trasporti eccezionali. Sono stati questi i temi principali toccati dal vicepresidente di Confindustria Stefan Pan nel discorso di chiusura dell’edizione 2018 dell’assemblea generale di Federacciai.
Dopo le congratulazioni al nuovo presidente Alessandro Banzato eletto all’unanimità, Pan non ha nascosto la preoccupazione di Confindustria per il “clima anti industriale” che si sta affermando negli ultimi mesi. «Viviamo in un contesto critico, a volte ostile – ha detto il vicepresidente di Confindustria -. Ho l’impressione che più aumenta l’attenzione alla redistribuzione della ricchezza, meno ci si ricorda di come viene prodotta. E in particolare del ruolo dell’industria nel tessuto nazionale. Non dobbiamo e non possiamo subire il contesto ostile. Con il dialogo vogliamo riaffermare l’idea di società descritta all’assise di Verona: una società inclusiva, che pone al centro il lavoro, soprattutto per i giovani».
Sul tema delle infrastrutture Pan ha poi ricordato che gli investimenti pubblici sono da alcuni anni in calo: «Si è passati dai 54 miliardi di euro del 2009 ai 33 miliardi inseriti nella manovra 2018. Si è utilizzato il taglio degli investimenti come metodo più semplice per sanare i conti. Così facendo rischiamo davvero di diventare la periferia d’Europa. Le infrastrutture sono una chiave per crescita e sviluppo».
Il rappresentante degli industriali non ha risparmiato nemmeno critiche alla nuova manovra finanziaria che il governo Lega – Movimento 5 Stelle si appresta a varare. «Prima di tutto, dobbiamo avere chiaro dove vogliamo andare – ha spiegato Pan- . In linea teorica abbiamo a disposizione fino al 2033 153 miliardi di euro, di cui 118 immediatamente attivabili, ma non è così se leggiamo le carte. Nel nuovo Def calano di 800 milioni gli investimenti. Con la promessa di utilizzare il 3% di Pil per investimenti, quindi 50 miliardi di euro, spostata alla fine della legislatura. Nonostante tutto i fondi ci sono, ma dobbiamo rendere la macchina burocratica in grado di poterli utilizzare appieno. Per realizzare un’opera pubblica in Italia servono, secondo le ultime stime, 16 anni: è un tempo che non può più essere accettato».
Un nuovo tema che nel dialogo con le istituzioni si è affermato sempre di più dopo i recenti incidenti è quello dei trasporti eccezionali, e delle limitazioni che il crollo del Ponte Morandi e del Cavalcavia di Annone Brianza hanno posto in essere. «Come Confindustria – spiega Pan – ci siamo attivati, proponendo una serie di misure che al momento non sono ancora state ascoltate. Abbiamo proposto il dialogo con gli operatori, una mappatura della rete specifica per il trasporto eccezionale. I risultati per ora non sono soddisfacenti. Il ministro Toninelli ha proposto di rivedere il sistema in vigore; ci rivedremo a stretto giro per discuterne. Il rischio concreto è che certi stabilimenti debbano chiudere perché non possono spedire i propri prodotti».
Fonte: siderweb.com
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