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Secondo S&P Global Platts quanto sta accadendo in Cina, con i massicci interventi sui nuovi impianti siderurgici, potrebbe provocare un ulteriore eccesso di offerta di acciaio che potrebbe ancora una volta minare i prezzi globali.

La Cina «ha approvato progetti di intervento» che si basano in teoria sulla riduzione della capacità produttiva ma «solo 14,39 milioni di tonnellate all’anno di ghisa e 13,04 milioni di tonnellate all’anno di acciaio grezzo saranno “tagliati” nel periodo 2020-23» e questo alla fine comporterà un aumento netto di 2,79 milioni di tonnellate all’anno di ghisa e 0,51 milioni di tonnellate all’anno di acciaio grezzo.

La spiegazione sarebbe questa: «Sebbene la Cina abbia effettivamente vietato la capacità aggiuntiva di produzione di acciaio, un aumento netto della produzione complessiva si sta verificando in due modi chiave: nuove strutture stanno sostituendo quelle che, in alcuni casi, sono state chiuse da molto tempo e sono più grandi ed efficienti di quelle che stanno sostituendo».

Platts stima che l’espansione netta della capacità cinese per l’acciaio grezzo sarà di 37,65 milioni di tonnellate all’anno nel periodo 2019-23, di cui 34,88 milioni di tonnellate dovrebbe essere sul mercato nel 2019. Ciò porterà la capacità totale di acciaio greggio della Cina a circa 1,2 miliardi di tonnellate all’anno entro la fine del 2019». Ma che chi ipotizza che il saldo netto potrebbe essere ancora più elevato in quanto «i nuovi impianti possono produrre fino al 20% in più rispetto alla capacità installata».