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La provincia di Hebei, nel Nord della Cina, vicino alla capitale Pechino, si prepara a chiudere entro la fine del prossimo anno le ultime 8 acciaierie «zombie», cioè quegli impianti che hanno fermato la produzione, ma che non hanno chiuso i battenti:quattro nel 2017, quattro nel 2018.

 

Lo ha spiegato nelle scorse ore il governatore Zhang Qingwei, durante un incontro a margine dell’assemblea annuale del parlamento. Una piccola vittoria, ricorda l’agenzia Reuters che riporta oggi la dichiarazione, nella battaglia lunga anni per ripulire l’aria dalle emissioni e per tagliare l’eccesso di capacità produttiva del governo cinese.

«Dobbiamo tagliare il numero totale di impianti, non possono essere ovunque» ha spiegato il governatore della maggiore provincia siderurgica cinese, che da sola copre un quarto dell’output di acciaio del Paese. «Lo scorso anno – ha aggiunto – è stato decisivo: per la prima volta l’equipment manifacturing (produzione di apparecchiature originali) ha superato l’acciaio nella strada per diventare una delle nostre industrie chiave», stando al gettito fiscale.

Gli impianti che, nei piani, andranno chiusi si trovano nelle città di Langfang, Baoding and Zhangjiakou. Entro la fine del 2020 si vogliono anche costruire 10 impianti per la produzione di specialties.

 

 

Fonte: siderweb.com

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