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Qualcosa, sul fronte dell’Acciai Speciali Terni, sembra che si stia muovendo. E Raffaele Nevi, presidente del gruppo Forza Italia nel consiglio di Regione Umbria, si è assunto in prima persona la responsabilità di affermarlo. Secondo quanto riferito dal quotidiano online «Umbria 24», infatti, Nevi ha recapitato alle redazioni una nota, nella quale affermava che «Nella giornata di ieri (mercoledì 16 ottobre ndr) ho avuto modo di parlare con il vice presidente della Commissione europea, Antonio Tajani» il quale avrebbe «assicurato che già dalle prossime ore ci saranno delle novità importanti che daranno certezze maggiori sul futuro».

Secondo Nevi, inoltre, Tajani «ha ribadito la sua intenzione di favorire al massimo la competitività dell’industria siderurgica europea e italiana, attraverso la piena applicazione del piano d’azione da lui predisposto». Sebbene le voci, in questi mesi, si siano ripetute con frequenza altissima, oltre alla diretta presa di posizione di Nevi, ad avvallare la sua tesi c’è anche la concreta operatività in materia dimostrata da Tajani nel tempo, unita alla dichiarazione nella quale lo stesso, a febbraio, aveva parlato senza mezzi termini della possibile acquisizione di Aperam. Sollecitato da ulteriori domande, Nevi ha semplicemente affermato: «Dico solo che, fatto salvo il grande impegno di tutti, dagli europarlamentari di tutte le forze politiche, dei governi nazionali e locali, delle forze sociali, questa delicata trattativa è stata condotta da Antonio Tajani con grande discrezione, ma anche con un’autorevolezza unica. Gli dovremo, tutti, essere molto grati». Secondo quanto riferito, inoltre, pare che la Commissione europea abbia – di fatto – posto un ultimatum a Outokumpu, bloccando ulteriori proroghe temporali. Condizione che porterebbe a pensare ad una svolta decisiva già nelle prossime settimane. Il «Corriere dell’Umbria», invece, si spinge a parlare di una telefonata tra la presidente della Regione Umbria, Marini, e il commissario europeo per la concorrenza Almunia, all’interno della quale la governatrice avrebbe chiesto garanzie occupazionali e di produttività del sito ternano. Secondo il quotidiano, inoltre, la cessione di Ast dovrebbe portare con sé un grande smacco per la multinazionale finlandese: a fronte, infatti, di 500 milioni di euro richiesti, l’affare con la cordata guidata da Aperam, e che comprende anche i gruppi Marcegaglia e Arvedi, potrebbe chiudersi a «soli» 100 milioni di euro.

Fonte: siderweb.com