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Prosegue il momento di difficoltà delle fonderie italiane: secondo le elaborazioni del Centro Studi di Assofond, l’associazione di Confindustria che rappresenta le imprese del settore,

«la produzione industriale si è assestata nel terzo trimestre 2019 su un nuovo valore di minimo assoluto (95,7), costantemente in flessione dal secondo trimestre del 2018, con l’eccezione di un timido rimbalzo all’inizio dell’anno».

In particolare «emerge come l’indice destagionalizzato dei dati Eurostat con base la media 2018 (quota 100) sia praticamente tornato sui livelli del 2016, in particolare sul punto più basso della serie storica degli ultimi quattro anni: il secondo trimestre, con un valore pari a 95,5 punti».

Tanto che il presidente di Assofond Roberto Ariotti commenta così: «A livello internazionale, quasi tutti i settori committenti stanno rallentando, mentre in Italia continuiamo a scontare l’assenza di una vera politica industriale, e nemmeno la prossima legge di bilancio sembra poter colmare la lacuna. È vero che dovrebbero esserci misure di sostegno ai settori produttivi (bene in particolare la conferma di alcune misure fondamentali legate a Impresa 4.0), ma ci pare manchi una strategia di riforme strutturali per ridare fiato all’economia, e non ci sono nemmeno segnali di svolta per quanto riguarda gli investimenti pubblici».

Secondo il Centro Studi di Assofond «La perdita media dal picco massimo del quarto trimestre del 2017 al valore dell’ultima rilevazione è pari al -1,4%. In termini congiunturali, il terzo trimestre 2019 perde un ulteriore -0,2% sul trimestre precedente, mentre su base annua, ovvero i primi tre trimestri di quest’anno rispetto ai primi tre quarti dell’anno 2018, la flessione raggiunge i 4,5 punti percentuali. Nonostante la dinamica appena descritta restituisca un quadro recessivo, confermato dai valori tendenziali che continuano ad essere negativi, gli stessi evidenziano una risalita rispetto ai corrispondenti periodi del 2018, preannunciando una lenta risalita nel medio periodo. Fra l’ultimo quarto dell’anno scorso ed il -3,4% tendenziale del terzo trimestre del 2019 si sono recuperate delle posizioni, grazie al recupero del +0,4% nel primo trimestre e la quasi parità del terzo sul secondo (-0,2%)».

Il comparto più dinamico «dopo lunghi periodi di arretramento, è quello delle fonderie di acciaio: ancorché in flessione (-2,4%) l’indice della produzione industriale che risponde all’Ateco 24.52 rimane sopra la media dei livelli produttivi del 2018 (quota 100). Anche le fonderie di ghisa e quelle di metalli non ferrosi sono in flessione, rispettivamente del -1,6% e del -1,2% sui trimestri precedenti, ma sono al di sotto dei livelli medi del 2018 già da diversi trimestri e, nello stesso tempo, in recessione tecnica. Il comparto della ghisa si attesta a 93,1 punti, nel terzo trimestre 2019, mentre i non ferrosi si fermano appena sopra, a 93,5».

Le rilevazioni Assofond «danno riscontro di un indice generale della fiducia in significativo calo: nell’ultimo trimestre il valore si comprime a 36,4 punti, la soglia più bassa degli ultimi quattro periodi, dopo tre riscontri di sostanziale equilibrio al di sopra delle 40 lunghezze. Gli ottimisti, presenti solo fra le fonderie di acciaio e non ferrose, si riducono al 6,1% del campione rispondente. La maggioranza crede ancora nella stabilità (60,6%) ma ad aumentare sono coloro che pensano che il quadro economico di breve periodo peggiorerà: la loro incidenza sale al 33,3%».

La situazione è analoga negli altri Paesi europei, i principali di riferimento: l’indice della produzione industriale delle fonderie tedesche arretra a 98,5 punti (-2,6%). Quello spagnolo, in maggiore difficoltà, dopo un primo trimestre abbastanza sostenuto, è sul valore più basso (93,5). Il quadro francese è ancora peggiore e, nel terzo trimestre 2019, si riduce a 91,2 punti.

 

FONTE: Siderweb.com

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