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La crisi della domanda continua a pesare sui conti di ArcelorMittal Piombino. L’azienda del maggior gruppo siderurgico globale, infatti, nel 2013 mette a bilancio una perdita di poco superiore a 20 milioni di euro, in miglioramento rispetto ai -37 milioni del 2012. «La richiesta dei nostri prodotti zincati ha evidenziato per l’intero esercizio 2013 un’importante riduzione dei volumi rispetto al già insoddisfacente andamento dell’anno precedente – scrive l’azienda nella relazione della gestione -. La domanda del comparto dei laminati preverniciati ha manifestato nel periodo segnali di crescita in termini quantitativi rispetto al 2012, ma l’incremento della domanda non è stato, altresì, accompagnato da adeguati prezzi e soddisfacenti margini».

Ciò si è tradotto in una riduzione del fatturato del 9,2%, fermandosi a 287,1 milioni di euro, dei quali l’88,1% sul mercato interno e l’11,9% sui mercati esteri. Il valore della produzione si è attestato a 293,2 milioni di euro (-10,0%), mentre i costi della produzione sono diminuiti del 12,8%, arrivando a 312,2 milioni di euro. La differenza tra valore e costi della produzione è stata pari a -19,0 milioni di euro (-32,0 milioni di euro nel 2012) e, dopo il pagamento di 3,0 milioni di oneri finanziari netti e dopo aver beneficiato di partite straordinarie per 912.577 euro, il risultato ante imposte è stato di -21,1 milioni di euro (-36,3 milioni di euro l’esercizio precedente) e la perdita netta è di 20,1 milioni di euro, 17,2 milioni di euro in meno dell’anno precedente.
Dal punto di vista patrimoniale e finanziario, il 2013 è stato un anno importante per ArcelorMittal Piombino. La capogruppo ArcelorMittal, infatti, «ha provveduto al ripianamento della perdita conseguita nel periodo 01.01.2012-30.11.2012, pari a 38.931.833,35 euro in dipendenza della quale si evidenzia un patrimonio netto negativo pari ad euro 13.781.937,79, con azzeramento del capitale e ricostituzione dello stesso, con le seguenti modalità: a) utilizzo, a parziale copertura della perdita, di tutte le riserve disponibili; b) azzeramento del capitale sociale con contestuale annullamento di tutte le azioni in circolazione; c) ricostituzione del capitale sociale sino all’originario importo di euro 23.518.265,16 euro mediante emissione di massime 45.227.433 azioni ordinarie da nominali euro 0,52 cadauna, da offrirsi in opzione agli attuali azionisti nel rapporto di una nuova azione ogni azione posseduta antecedentemente all’azzeramento del capitale sociale, oltre al versamento, per ciascuna azione sottoscritta di un sovrapprezzo di euro 0,58 pari a massimi complessivi 26.231.911,14 euro; d) di coprire la perdita residua di 13.781.937,79 euro mediante utilizzo per il corrispondente importo della riserva sovrapprezzo azioni». Tutte queste azioni sono state portate a termine da ArcelorMittal, che pertanto risulta essere l’azionista unico dell’azienda.
Per quel che concerne l’aspetto industriale, invece, ArcelorMittal Piombino, nel 2013, ha sospeso «momentaneamente l’attività produttiva di alcuni impianti, quali le linee di decapaggio, laminazione e zincatura denominata n°5». Ciò ha fatto emergere un esubero di personale, quantificato in 313 unità a fronte dei 533 dipendenti dello stabilimento. Con il persistere della crisi, la società ha predisposto un nuovo piano industriale per il 2014/2018 che «evidenzia per l’esercizio 2014 e 2015 un risultato ancora negativo pur in misura sensibilmente più contenuta rispetto agli anni precedenti» e pertanto il ritorno all’equilibrio economico avverrà nel 2016.

Fonte: siderweb.com