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News 2006

Antonio Marcegaglia:

By 14 Novembre 2006No Comments

Un mercato dell’acciaio che ha perso brillantezza solo in superficie: il 2007 riserverà ancora gradite sorprese al mondo siderurgico che potrà ancora attingere ad una buona domanda. È, a brevi tratti, il pensiero di Antonio Marcegaglia (nella foto), amministratore delegato dell’omonimo gruppo mantovano.

antoniomarcegaglia_coil_news_2022004-2006: quali analogie, o discrepanze, sul fronte della domanda di acciaio?
«A differenza del 2004, quando il prezzo dell’acciaio schizzò alle stelle sospinto dalla carenza dell’offerta, il 2006 ha messo in mostra – e lo fa tutt’ora – una domanda robusta sulla quale si sono innestate le dinamiche di prezzo a cui tutti abbiamo assistito. La Germania ha mostrato un continuo e salutare tasso di crescita; anche in Italia e Spagna ci sono stati buoni risultati mentre in Inghilterra si mantiene costante. Solo la Francia annaspa un po’, ma il quadro complessivo è senza dubbio positivo».

Eppure la spinta rialzista sembra essersi raffreddata…
«È innegabile che nelle ultime quattro-cinque settimane la domanda abbia perso brillantezza, pur restando buona. Il consumo apparente ha fatto un passo indietro compensato, tuttavia, da un carnet d’ordini ancora discreto».

Passiamo ai prezzi dell’acciaio. Come si stanno muovendo i coils?
«In Italia il prezzo dei coils a caldo è più basso di quello riscontrato nel resto dell’Ue ed in Usa. Sono state “tagliate” le punte del passato. Ed è pur vero che tanto nel Nord America quanto nell’Europa settentrionale le quotazioni dei piani stanno scendendo. Eppure, sono convinto che il prezzo, in Italia, sia arrivato al limite inferiore, ad un punto d’arrivo che potrebbe lasciar campo anche a possibili rialzi. Verticalizzando la “fotografia” vedo i prodotti decapati muoversi all’unisono con i prodotti a caldo, quindi “in tenuta”. Gli zincati e preverniciati godono ancora di una buona domanda con prezzi più che soddisfacenti tanto per chi vende quanto per chi commercializza. Che dire poi dello zinco? Arcelor-Mittal aumenterà gli extra per adeguare i prezzi al valore crescente del non ferroso».

Ed i coils a freddo?
«Se esiste un prodotto in un conteso più debole, questi sono quelli a freddo. C’è però un peso non trascurabile che grava: i grandi acquirenti, quelli del settore auto, stanno ritardando la definizione degli impegni rivolgendosi al mercato spot dove i prezzi sarebbero inferiori. Sfruttano un’opportunità speculativa che porta con sé il rischio di dover poi concentrare gli acquisti “importanti” a gennaio riempiendo gli ordini. Sono convinto che assisteremmo ad una ripresa dei prezzi dei prodotti a freddo».

La crescita delle importazioni dalla Cina minaccia il sistema europeo?
«I volumi di importazione stanno aumentando ma il gap di prezzo con i prodotti europei si sta assottigliando. Non ci sono variazioni di 40 o 50 euro/t ma solo di circa 10 euro/t, troppo pochi per mettere fuori gioco i prodotti europei. Se è vero che la qualità sta comunque migliorando, è innegabile che anche i prezzi si stanno adeguando. E poi, ho notato che recentemente i flussi di importazioni si sono indeboliti».

Qual è la “fotografia” del mercato dei tubi saldati?
«Il prezzo è sceso un po’ e , impressione personale, sembra abbia toccato il fondo. Nelle ultime settimane c’è stato un rimbalzo di due o tre punti e le punte minime sono scomparse»

Cosa cambierà col listino euro/metro? La distribuzione è perplessa…
«Credo che vedere l’adozione del listino euro/metro come un problema (logistico, maggiori costi e così via) sia un punto di vista parziale e di breve periodo. All’estero, dove già da tempo si adotta questo sistema, si sono registrati buoni risultati. Se a breve si possono generare alcune difficoltà per la distribuzione, è pur vero che già a medio raggio potranno realizzare maggiori margini».

Quali dunque le prospettive per il 2007?
Credo che la prima metà dell’anno si manterrà buona. La nascita dei colossi dell’acciaio ha già dimostrato come si possa agire sulla leva dei volumi produttivi per gestire il mercato. Ne è testimonianza la decisione di Arcelor-Mittal che produrrà meno nel quarto trimestre».

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