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Toccati i 130 $/t CFR. Intanto, la produzione di acciaio in Cina è scesa per il quarto mese consecutivo a ottobre

Non si ferma la corsa rialzista del minerale di ferro, che oggi ha toccato i massimi dallo scorso marzo, sulla scia del recente miglioramento della domanda di acciaio in Cina. La quotazione del minerale con un contenuto di ferro del 62% ha superato i 130 $/t CFR Cina, crescendo di oltre 10 $/t rispetto a un mese fa e di quasi 30 $/t rispetto a metà agosto. Una tendenza dovuta principalmente agli stimoli messi in campo da Pechino per sostenere il settore immobiliare. Secondo quanto riportato da Bloomberg, recentemente il governo cinese avrebbe deciso di fornire almeno 1.000 miliardi di yuan (211 miliardi di dollari) di finanziamenti per i programmi di ristrutturazione dei villaggi urbani e di edilizia residenziale a prezzi accessibili. Il piano fa seguito alla decisione del mese scorso di emettere altri 1.000 miliardi di yuan di obbligazioni sovrane nel trimestre in corso, con fondi parzialmente destinati all’edilizia.

A ciò si aggiungono le prospettive di un incremento della domanda di minerale di ferro per via del previsto aumento delle attività di rifornimento in vista delle festività del capodanno lunare. Queste compensano in parte il persistente nervosismo riguardo al mercato immobiliare, che prima della crisi rappresentava il 40% della domanda cinese di acciaio.

Pechino si è adoperata per ripristinare la fiducia nel settore, cercando di salvare un importante costruttore dopo aver lasciato che altri due precipitassero nell’insolvenza. Nel frattempo, l’economia cinese è scivolata in deflazione a ottobre, mentre le scorte di minerale nel Paese sono scese a livelli che non si vedevano dal 2016.

Non sono da escludere possibili interventi da parte del governo centrale cinese per contenere i prezzi del minerale ferroso o ridurre la produzione siderurgica. China Mineral Resources, l’azienda di proprietà statale creata per acquistare minerale in modalità consorzio, ha dichiarato la scorsa settimana che i prezzi della materia prima da altoforno avevano raggiunto livelli irragionevoli.

Intanto, secondo i dati dell’Ufficio nazionale di statistica, la produzione cinese di acciaio grezzo è calata a ottobre per il quarto mese consecutivo, ammontando a 79,09 milioni di tonnellate, il 3,7% in meno rispetto a settembre e l’1,8% in meno rispetto a ottobre 2022. Questo perché le perdite hanno spinto diverse acciaierie ad anticipare l’avvio degli interventi di manutenzione annuali, secondo quanto dichiarato da Cai Yongzheng, direttore del Jiangsu Fushi Data Research Institute con sede a Nanchino. Inoltre, alcune città del nord della Cina, tra cui Tangshan, hanno adottato misure di limitazione della produzione per contenere l’inquinamento atmosferico.
Tuttavia, nei primi nove mesi dell’anno sono stati prodotti in Cina 874,7 milioni di tonnellate di acciaio grezzo, vale a dire l’1,4% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nonostante le riduzioni registrate negli ultimi mesi, gli analisti si aspettano che i volumi totali quest’anno saranno superiori a quelli del 2022, in quanto il governo di Pechino non ha imposto formalmente un tetto massimo di produzione.

 

FONTE: SIDERWEB.COM

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