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Pasini, Brunori e De Miranda forniscono la loro lettura dell’attuale frase del mercato siderurgico tedesco

La lucida e accurata analisi di Gianfranco Tosini ha fatto chiarezza sullo stato della crisi tedesca e sulle sue motivazioni. Per completare il quadro, siderweb ha deciso di chiedere ad alcuni operatori italiani che in Germania esportano o producono direttamente la loro opinione sulla congiuntura attuale e sulle possibili prospettive nella parte conclusiva dell’anno.

Pasini: serve una leadership politica

Rispetto all’Italia, la Germania si trova in un momento di maggiore incertezza. «Il governo sta mettendo a terra i propri provvedimenti, ma c’è un problema di leadership politica che, dopo la cancelliera Angela Merkel, è venuta a mancare. Non è certo facile» ha detto Giuseppe Pasini, presidente del Gruppo Feralpi. Anche perché Berlino sta affrontando «un momento particolare, di grande transizione: si pensi all’auto elettrica e all’idrogeno, su cui la Germania investirà molto».
«L’Italia ha qualche garanzia in più: questi 35 miliardi di euro appena confermati per il Pnrr – ha spiegato – sono da spendere entro il 2026 e andranno per la gran parte nelle grandi infrastrutture. Nel nostro gruppo stiamo puntando su questo comparto, il che ci fa ben sperare». Feralpi, ha sottolineato ancora Pasini, ha confermato tutti i propri investimenti sul suolo tedesco: «Prevediamo di poter partire con la nuova linea di produzione a fine 2024. Crediamo fortemente in questo Paese, anche perché comunque rimane il primo Paese europeo per produzione e consumo di acciaio e di grande riferimento per il nostro Gruppo».

Brunori: «Il panico da inflazione condiziona i consumi»

«Per chi ha memoria storica, uno dei fattori che crea apprensione se non terrore in Germania è senza dubbio la combinazione di inflazione e costo del denaro», ha spiegato il patron di Ferriera Valsabbia, Ruggero Brunori nel corso dell’ultimo webinar siderweb.
«Quando il dato inflattivo supera determinati livelli e si combina con un alto costo del denaro, vediamo che gli operatori tedeschi, e non solo, tendono a fermare qualsiasi attività.  Per cui anche i lavori che sono presenti hanno rallentato a causa di questo atteggiamento ultra-prudente degli operatori».
Brunori ha evidenziato che attualmente il settore delle costruzioni tedesco vede proseguire solo i lavori pubblici, mentre si è completamente bloccata l’edilizia privata.
«Per capire quanto sia critica la situazione in Germania basti pensare che normalmente i nostri clienti avevano in magazzino stock per almeno tre mesi – ha rimarcato l’imprenditore –. Un livello ampiamente compatibile con le richieste di mercato e per gestire anche alcuni eventuali aumenti di richiesta superiori alla media. Oggi questi stock sono limitati ad un mese e gli acquisti vengono contingentati al bisogno e questo fa un po’ paura».
«Inoltre, il conflitto russo-ucraino ha colpito con violenza il settore dell’auto tedesco – ha concluso –. Il mercato russo per i grandi brand dell’auto tedesca era un mercato importante. Ora invece non vendono più un’auto. Sicuramente il colpo è stato accusato. Anche questo scenario non lascia di certo tranquilli. Gli stessi discorsi valgono, anche se in misura minore, per la Francia. Pertanto, ci si trova attualmente con le due principali economie europee particolarmente fiacche. E come ho già ricordato la congiuntura tedesca ci colpisce in maniera particolare visti i legami di fornitura con i partner tedeschi.  Spero che con il mese di settembre qualcosa migliori».

De Miranda: «Situazione stabile, difficile ci siano miglioramenti o peggioramenti a breve termine»

Per il membro del comitato esecutivo di ORI Martin, Roberto De Miranda, il mercato tedesco degli acciai speciali ha dato decisi segnali di debolezza già dalla fine del 2022.
Il produttore bresciano specializzato negli acciai speciali lunghi ha un importante portafoglio clienti del settore automotive tedesco.
«Mi sento di dire però che l’auto tedesca sta andando meno peggio di altri settori, meccanica e costruzioni in primis. Il che non vuol dire che la situazione è buona, ma sicuramente non è così negativa come visto nel recente passato. Purtroppo, però, la fase di restocking è ancora lontana, la percezione dei clienti è che ritardando il più possibile gli acquisti si possa spuntare il prezzo migliore, per cui gli acquisti vengono limitati al solo bisogno».
Commentando l’effetto delle perdite sul mercato russo per i produttori di auto tedeschi, De Miranda ha evidenziato che per i fornitori però la situazione è stata in buona parte compensata dal fatto che due importanti competitor russi sono stati esclusi dal mercato europeo, e i due elementi hanno creato una sorta di compensazione per i volumi di fornitura.
«Allo stato attuale ritengo che la situazione si manterrà stabile. Al momento non si vedono all’orizzonte elementi che facciano pensare ad un miglioramento, ma nemmeno a un peggioramento rispetto a quanto stiamo vivendo in questi giorni».

 

FONTE: SIDERWEB.COM