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News 2006

Analisi di mercato: Rottame

By 22 Maggio 2006No Comments

Due settimane con prezzi in leggera tensione cui farà seguito una seconda metà del mese di sostanziale tranquillità. Così la filiera siderurgica ha descritto a Siderweb il mercato nazionale del rottame.

I primi quindici giorni sono stati caratterizzati da un rincaro medio dei prezzi della materia prima di 10 euro la tonnellata rispetto a fine aprile. In realtà «esistono diverse posizioni – ha detto un produttore -. Chi ha “comprato bene” lo scorso mese, oggi può registrare aumenti; chi invece aveva aperti contratti a prezzi un po’ più elevati, potrebbe anche non aver dovuto alzare i prezzi in acquisto». «Le punte massime non sono cambiate o sono salite di non oltre 5 euro/t – ha continuato un commerciante – mentre le minime si sono alzate anche dai 10 ai 20 euro/t rispetto al punto di partenza di fine aprile». In sintesi, un “aggiustamento” di pochi euro non in grado di turbare il mercato anche perché il buon andamento delle quotazioni dei prodotti finiti «garantisce un buon margine anche con il rincaro registrato» hanno detto sia un commerciante sia un produttore.
Nessuna preoccupazione sul versante dei quantitativi. Le scorte sono sufficienti e l’offerta non manca anche se continua a subire l’effetto traino (non solo psicologico, ndr.) del generalizzato apprezzamento delle materie prime.

Nel raffronto con i prezzi registrati oltralpe, le quotazioni del rottame risultano essere inferiori rispetto a quelle francesi e tedesche anche se il gap sembra essersi assottigliato. «In Francia e Germania – ha spiegato un commerciante – il lamierino si piazza sui 235 euro/t ed il frantumato sui 230 euro/t. L’Italia è poco al di sotto». Secondo un altro operatore, la forbice è nell’ordine dei 20 euro/ton. Non si sente, sul mercato europeo, l’influenza degli acquisti di rottame europeo da parte della Turchia che gravita invece sul Mar Nero. Inoltre, con un euro forte rispetto al dollaro il rottame europeo resta in Europa e non varca i confini comunitari.
Discorso a parte merita la ghisa che ha visto esplodere i pezzi fino a varcare la soglia dei 320/330 dollari/ton. E’ un livello di prezzo che preoccupa la produzione siderurgica. «Di arrivi ce ne saranno – ha aggiunto un commerciante – ma limitati nei quantitativi. Più precisamente, arriverà la ghisa oggetto di vecchi contratti a prezzi più bassi, nulla o poco di più ai prezzi attuali».

Per la seconda metà di maggio non si profilano cambiamenti sostanziali. Non sembrano infatti esserci le condizioni strutturali per un enfasi del trend rialzista delle quotazioni.

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