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Il sentimento comune, tra gli operatori di mercato che trattano tondo, vergella e billette, è sintetizzato dalle parole di uno di loro: «Siamo in grande difficoltà, perché con blocchi dei porti, Swift e causa di forza maggiore – spiega a siderweb – siamo alle prese con annullamenti o, nella migliore delle ipotesi, con posticipi degli ordini. Di fatto stanno saltando consegne per decine di migliaia di tonnellate dei materiali che sarebbero dovuti arrivare dall’area interessata al conflitto».

Un secondo operatore di mercato aggiunge che si sta verificando «l’immediata reazione dei prezzi, che stanno virando verso l’alto in maniera decisa. Anche se si tratta di aumenti più che altro nominali, visto che la domanda al momento non è particolarmente sostenuta. Il mercato è caratterizzato da timori e incertezze, a cui si aggiunge il fatto che i grandi cantieri potrebbero fermarsi a breve se non verrà concessa la revisione dei termini contrattuali alla luce proprio dei nuovi aumenti».

E c’è chi accetta di indicare anche dei numeri: «Ovviamente solo a titolo informativo e per far comprendere quanto difficile risulta oggi orientarsi sul mercato – viene detto a siderweb – c’è chi oggi propone il tondo a 600 euro la tonnellata, mentre per le billette viene indicata una quotazione a 800 dollari».

Billette che vengono classificate come «merce rara, in questi giorni, anche perché è difficile cercare di sostituire le quantità che non arrivano dalle zone di guerra con quelle, per esempio, rintracciabili in Turchia, visto che i produttori locali devono approvvigionare i consumatori domestici abituali».

Meno critica, invece, «appare la situazione della vergella, ma non è escluso che se lo stato di tensione dovesse protrarsi, potremmo registrare dei contraccolpi anche per questo tipo di prodotto».

La guerra, insomma, «rischia di vanificare – commenta un ultimo operatore – tutto il lavoro fatto per superare le conseguenze economiche della pandemia: avevamo stretto la cinghia e cercato di resistere nel momento peggiore e adesso che si stava tornando a lavorare con ritmi normali, ecco che arriva questa nuova batosta che ci costringe a confrontarci di nuovo con una situazione di emergenza forse ancora peggiore».

 

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